Mariuccia Ciotta
Cannes
Nella selezione ufficiale un film “italieno” diretto da Roberto Minervini, italiano trapiantato negli Stati uniti, Stop the pounding heart, titolo che, anche se fuori concorso, si affianca a La grande bellezza di Paolo Sorrentino. L'opera fa parte di una trilogia texana (The Passage e Low Tide) e scandaglia il profondo sud americano e la sua identità protetta a colpi di Bibbia. Comunità isolata, una specie di villaggio Amish, ma coi jeans e i televisori, e al centro una famiglia di allevatori di capre, ma non siamo dalle parti del “caprolavoro” di Michelangelo Frammartino che infiltrava i tempi distesi mollemente sulla campagna con tocchi di humour e digressioni vertiginose. Qui prevale l'indagine zavattiniana, lo spionaggio emotivo tra le trecce bionde di Sara, adolescente isolata dal mondo e chiusa in un recinto non virtuale con le sue affettuose caprette. La macchina a mano centra le spalle della ragazzina nei lunghi percorsi tra i campi e sfiora il “nuca-movie” dei fratelli Dardenne. A ispirare Minervini, però, ci sono Rossellini e Bresson con i loro quadri anti-spettacolari e la cura per la composizione spaziale.
L'inchiesta documentaria è la mission di Stop the pounding heart,
che dipinge “una realtà aperta all'interpretazione” piuttosto che il
giudizio di merito sulla teen-ager
soffocata dalle preghiere impartite dalla madre ai figli, una moltitudine di
bimbi di ogni età. Sara, fratelli e sorelle non frequentano la scuola – troppe
insidie - l'educazione è impartita dalla
famiglia, lezioni di tiro al bersaglio comprese. No matematica, no letteratura,
no filosofia, si studiano solo i testi sacri e le “massime” dell'integralismo
cattolico, tipo “la donna non sarebbe mai esistita se Adamo non avesse avuto
bisogno di una serva”. Detto in altro modo “la vita della donna dipende
dall'uomo”, non viceversa, e quindi che Sara si predisponga a un destino di
moglie servizievole, il che non è facile, confessa la madre tutt'altro che
autoritaria, anzi amorevole e comprensiva di fronte ai turbamenti della
ragazzina. La fede, sostiene, è una conquista difficile, non un pranzo di gala.
I flirt non sono ammessi perché il cuore va donato una sola volta e per sempre,
ma ecco che spunta un rodeo-boy, Colby, che detiene le redini dell'unico gioco
in campagna, cavalcare i tori, sia veri che meccanici, e apre spiragli
improvvisi, forse divertirsi non è poi così peccaminoso. E il film si immerge
nella lenta genesi del dubbio, accarezza il profilo della severa Sara che ci
insegna meticolosamente a mungere le capre, a ricavarne il formaggio e a
venderlo al mercato sotto gli occhi di un padre burbero e gran lavoratore.
La ricognizione di Minervini là dove si fermano “i battiti del cuore” è un estenuante salmodiare, una verifica certa sui personaggi interpretati da attori non professionisti che si guardano allo specchio senza sbalzi d'umore o ribellioni. Ma certo Stop the punding heart è un film dell'orrore e ci rimanda alla sorgente dei primatisti bianchi, quelli che “fuori lo stato, la vera America siamo noi”, quelli che sparano e fanno sparare le prime cartucce ai loro bambini, magari con fucili tutti rosa, come si è visto in occasione della Rifle Association riunita a congresso il giorno dopo la strage di Boston. E c'è da chiedersi il perché dell'immagine finale del film dove Sara, che non vorrebbe sposarsi, dopo l'ultima, interminabile predica, appare in abito bianco ad ampie balze e l'aria rapita. Un'immagine conciliante. L'enigma dei minorenni di oggi è tale da impedire il “punto di vista”, in tutti i sensi, del cineasta? Si racconta l'irraccontabile e si resta pietrificati di fronte alla mancanza di consapevolezza dei teen-ager, disumani, senza desideri né speranze, altro che la “gioventù bruciata” di Kazan. Ed è il difetto dell'ultimo film di Sofia Coppola, annientata dalla banda delle predatrici di Beverly Hills (ma anche di Roma, a giudicare dalle cronache di ieri), o forse sedotta dalla loro allegra insensibilità. Invece, nell'illustrare la “realtà aperta all'interpretazione”, Jia Zhangke, documentarista cinese eccelso, in Tian Zhu Ding (concorso) inanella racconti “ispirati a fatti realmente accaduti” con la massima potenza, scatta istantanee della Cina di oggi sulla follia prodotta da corruzione, povertà, sessismo, prostituzione, e dove bambini e adolescenti reagiscono con l'annientamento di sé e degli altri. Il quadro si capovolge, dal film senza punctum al film che non ammette il dissenso dal mondo così com'è.
Roberto Minervini |
La ricognizione di Minervini là dove si fermano “i battiti del cuore” è un estenuante salmodiare, una verifica certa sui personaggi interpretati da attori non professionisti che si guardano allo specchio senza sbalzi d'umore o ribellioni. Ma certo Stop the punding heart è un film dell'orrore e ci rimanda alla sorgente dei primatisti bianchi, quelli che “fuori lo stato, la vera America siamo noi”, quelli che sparano e fanno sparare le prime cartucce ai loro bambini, magari con fucili tutti rosa, come si è visto in occasione della Rifle Association riunita a congresso il giorno dopo la strage di Boston. E c'è da chiedersi il perché dell'immagine finale del film dove Sara, che non vorrebbe sposarsi, dopo l'ultima, interminabile predica, appare in abito bianco ad ampie balze e l'aria rapita. Un'immagine conciliante. L'enigma dei minorenni di oggi è tale da impedire il “punto di vista”, in tutti i sensi, del cineasta? Si racconta l'irraccontabile e si resta pietrificati di fronte alla mancanza di consapevolezza dei teen-ager, disumani, senza desideri né speranze, altro che la “gioventù bruciata” di Kazan. Ed è il difetto dell'ultimo film di Sofia Coppola, annientata dalla banda delle predatrici di Beverly Hills (ma anche di Roma, a giudicare dalle cronache di ieri), o forse sedotta dalla loro allegra insensibilità. Invece, nell'illustrare la “realtà aperta all'interpretazione”, Jia Zhangke, documentarista cinese eccelso, in Tian Zhu Ding (concorso) inanella racconti “ispirati a fatti realmente accaduti” con la massima potenza, scatta istantanee della Cina di oggi sulla follia prodotta da corruzione, povertà, sessismo, prostituzione, e dove bambini e adolescenti reagiscono con l'annientamento di sé e degli altri. Il quadro si capovolge, dal film senza punctum al film che non ammette il dissenso dal mondo così com'è.
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