Eccentrico, selvaggio e sardonico Aleksei Balabanov, nato a Leningrado, autore di 16 lungometraggi, conosciuto soprattutto per il dittico thriller Fratello 1 e 2, interpretati da Sergei Bodrov jr., e poi per i controversi Gruw (2007) e Morphine (2008), è morto oggi a 54 anni, in un ospedale vicino a San Pietroburgo, a pochi giorni di distanza da una retrospettiva tenutasi durante il 19° festival britannico di Bradford. Non si conoscono le cause precise della morte. Balabanov stava lavorando a una nuova sceneggiatura. Il primo ministro della federazione russa, Dmitry Medvedev ha espresso le sue condoglianze su Facebook scrivendo che i suoi film "erano un ritratto collettivo del paese nel periodo più drammatico della sua storia".
Nel 1981 Balabanov si era diplomato alla Università Gorky, lavorando come assistente alla regia negli studi Sverdlov, dal 1983 al 1987. Dopo aver frequentato anche i corsi sperimentali di “Auteur Cinema” (Авторское
кино), ha fondato nel 1994 con Sergey Selyanov e Viktor Sergeyev la casa di produzione CTV. Definito dalla critica occidentale un ibrido tra Lars von Trier, Jean-Pierre Melville e Takeshi Kitano, ha girato tra l'altro un film tratto dal Castello di Kafka (1994) e Guerra, sulla Cecenia nel 2001, Me Too (a Venezia nel 2012), rigonfio di cinismo e umorismo e lucido nell'analisi della società russa contemporanea e Zhmurki, un gangster movie interpretato dai migliori attori del paese, compreso Nikita Mikhalkhov. "Poco patriottico, degenerato, misterioso, contraddittorio", secondo la critica accademica, è stato una specie di Sergey Dovlatov del piano sequenza, Balabanov ha anche firmato il suo capolavoro Dei mostri e degli uomini (1998) sulla particolare influenza della pornografia nella Russia a cavallo tra XIX e XX secolo. Il critico cinematografico Mikhail Trofimov, di Kommersant, lo ha descritto come il miglior regista russo degli ultimi due decenni. (r.s.)
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