Mariuccia Ciotta
Venezia
Una buona “anomalia” festivaliera
la presenza in concorso di Anomalisa, film d'animazione
diretto da Charlie Kaufman e Duke Johnson, accolto da grandi consensi
per il suo humour caustico e l'amaro ritratto di un mondo popolato
da cloni, uomini e donne tutti uguali che portano in faccia i segni
del disumano, maschere da robot, protesi dalle scanalature in
evidenza, e un malessere totale espresso con gli stessi luoghi
comuni, gli stessi riti, e le stesse stanze di albergo.
E' qui, in una camera standard di
Cincinnati, hotel Fregoli (il romanzo ispiratore del film è di
Francis Fregoli) che ha luogo la “pièce” interpretata da
Michael Stone, voce di David Thewlis, mentre ogni altro personaggio,
uomo o donna parla con il timbro baritonale di Tom Noonan. A parte
Lisa, l'”anomalisa”, la ragazza uscita male dalla fabbrica di
automi, che ha una cicatrice intorno a un occhio, è bassa,
impacciata, legge i libri con l'aiuto di un dizionario, è uno
“scarto” del sistema. Ma ha la voce leggiadria e musicale di
Jennifer Jason Leigh. Così Michael Stone, moglie e figlio
fatti anche loro con lo stampino, si incanta di fronte a lei che sa
cantare le canzoni di Cindy Lauper e da otto anni non fa sesso. Lui è
un ultra cinquantenne inquieto, a disagio con l'America di George
Bush jr, è il 1995, e giunto a Cincinnati per una conferenza
sul suo best-seller, tema il “customer service”. Tipo: sorridete
quando siete al telefono, venderete di più. Almeno il 90% in
più.
E' il mondo di Charlie Kaufman,
sceneggiatore cult di Essere Malkovich, partner di Spike Jonze
anche in Il ladro di orchidee, e soprattutto di Michel Gondry,
per il quale ha scritto Human Nature e Se mi lasci ti
cancello. Mondo mentale, mappa interiore, labirinto emotivo di
antagonisti alla banalità del “ghiaccio in fondo al
corridoio dell'hotel”, della conversazione con il tassista -
“visiti lo zoo, assaggi il chili” - di una ex fidanzata
rancorosa, di un paese omologato e alienante.
Il capovolgimento del “luogo più
felice al mondo” lo ha ottenuto l'esponente della street art Banksy
con la sua Dismaland, caricatura in nero dei miti disneyani, e perché
no Charlie Kaufman, che ricorre all'animazione per visualizzare la
triste storia di Michael Stone, un ometto stanco di se stesso,
annoiato da tutto.
Solo che Kaufman (come Banksy) usa
l'animazione come una stampella per il suo testo, ricorre all'arte
delle creature inesistenti per illustrarlo. Non c'è un nome
sopra il titolo per indicare l'autore dei disegni animati. Una
leggera peluria ricopre le maschere dei personaggi, uno strato di
simil-pelle per dare consistenza umana ai “burattini” , che
procedono con leggeri scatti riconducibili alla stop-motion. Ma il
passo uno appare del tutto al servizio dell'animazione digitale,
anche perché in Anomalisa si cerca l'effetto realtà.
Distorta, sì, eppure fedele a quel mondo consumato e
consumista di Kaufman. Così che la scena di sesso tra
l'anziano protagonista e la giovane Lisa è meticolosamente
descritta nei suoi lati più goffamente “naturalistici”, un
anti-erotismo perfetto. Cos'ha Lisa di così speciale? E'
molto grata a Michael Stone per averla amata almeno una notte, non
gli chiederà nulla e lo lascerà tornare nel suo
recinto familiare. A casa, il grigio e tormentato addestratore di
venditori porterà una bambola giapponese comprata in un
sexy-shop, un automa più vivo dei vivi che spruzza sperma tra
le mani del ragazzino furioso. La bambola dal viso spaccato a metà
che intona una canzoncina presumibilmente oscena è un mistero
al pari della scatoletta ronzante di Bella di giorno.
“Se
lo avessi girato con attori in carne e ossa ci avrei messo due
settimane, invece ci sono voluti due anni” dichiara il regista
di Anomalisa che
promuove di certo un uso
“adulto” del cinema d'animazione. Il fatto è che non
esiste un cinema d'animazione per bambini.
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