Irene Buonomo e Flavio Palazzoli in Recuiem |
La complicità da dentro con la madre è ben altra cosa della complicità da fuori. Solo nel sonno, meglio ancora nel sogno, si può attenuare l'obbligo del suicidio (incubi a parte). Il sonno è l'immagine della vita, scrivera Blaise Pascal, non della morte. Il sonno fa crescere. Il sonno eterno è la vita eterna, chioserebbe un credente. Il sonno è un sì alla vita fin dentro la morte, risponderebbe l'ateo, l'apateo e Bataille.
Chiose a parte, Koji Wakamatsu su questo tema ha costruito la sua intera filmografia autobiografica, mascherata da "eros più massacro", basta pensare a Angeli violati, per ricordare il film che più è vicino, nel nocciolo duro - ma ne è molto distante perché lì di serial killer efferato si tratta - a Recuiem, il bel cortometraggio di venti minuti dai colori caldi e dalla bella luce radiante (di Massimo Schiavon) presentato il 27 novembre scorso in anteprima al 31Tff, sezione Italiana.corti.
In questo caso però il gioco è rovesciato: è la giovane mamma romana trentacinquenne, Emma (Teresa Saponangelo), che, improvvisamente, senza motivo, quasi per autoannientamento tantrico o per risucchio onirico, o per rara malattia davvero veloce nel decorso, viene spedita all'altro mondo, lasciando i due bambini piccoli, Leo sei anni, già scrive, non ancora benissimo (Flavio Palazzoli), e la sorellina Annetta (Irene Buonomo), soli e perplessi per tutto il giorno e per i giorni a venire. E il papà? Il papà non c'è. ma è vero? Succede davvero? Bè, il cinema è finzione, gioco, no?
Valentina Carnelutti, la regista |
Mamma Emma era tornata dalla spesa, attraversando una piazzetta al tramonto, coi sacchetti della spazzatura e l'immancabile cane vagante (che è il marchio doc del nostro cinema assieme al prete, qui metaforizzato dal requiem), aveva organizzato la situazione, cibo e giochi, apparecchio per i denti per Leo, poi era andata a riposarsi. Ma. Non si sveglia più, nonostante le grida il solletico e le carezze più osé dei bimbi. Che, la mattina dopo, si mettono a loro volta, l'imitazione è tutto, a fare le cose di casa, pulire, fare il bagnetto, mangiare, giocare... aspettando che Emma risorga. In serata arriva la nonna (Lydia Biondi), poi Gabriele (Francesco Tricarico), l'uomo di Emma. Qualcosa vagamente si inizia a intuire. E si va verso sera... è quasi buio. I bimbi sono stati spiazzati e puniti per la loro pulsione, segretissima, inconscia, di morte... Cresceranno.
Valentina Carnelutti, attrice e regista |
Teresa Saponangelo, mamma Emma |
Valentina Carnelutti e Gabriele Tricarico |
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