Mariuccia Ciotta
Cannes
L'artista che rende
materico il subconscio è tornato con la terza serie di Twin
Peaks, già in onda sulle tv via cavo, e non ha perso “l'aura”
Palmer, la bella Sheryl Lee, 26 anni dopo le due serie andate in
onda sulla rete Abc dal '90 al '91.
Si possono lasciare
impronte sulla scena di un delitto soltanto sognato? Anche peggio. Si
può parlare all'incontrario con una voce a scatti metallici, seduti
sul divano nella sala d'aspetto dell'inferno, con un albero
scheletrico che monta una testa-cervello parlante. Sembrano i quadri
misteriosi che il cineasta compone nel documentario (nelle sale
italiane) David Lynch – The Art of Life, tele appiccicose di
plastilina, filamenti e mostri informi.
Le due prime puntate viste
al festival, musica di Angelo Badalamenti, create da Lynch e Mark
Frost, non rilanciano solo la serie e i protagonisti cult, Kyle
MacLachlan, Piper Laurie, Ray Wise, o il pavimento tromp l'oeil e le
tende di velluto rosso. I due film di 56' turbano ancora più di
allora, e sembrano interrogarsi sugli esperimenti indicibili di
laboratori alla Frankenstein, macchine aperte all'aldilà, ectoplasmi
elettronici, innesti di materiale organico e artificiale. Tutto nella
Loggia nera, in presenza di una testa mozzata di donna che non
appartiene al corpo fuori formato di un uomo. Metamorfosi in
transito.
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