Mariuccia Ciotta
Cannes
Cannibali
e mutanti alieni in How to Talk to Girls at Parties (fuori
concorso) di John Cameron Mitchell che chiama a raccolta in una
Londra anni '90 Sex Pistol e Clash, camp galattici e tutto quello che
fa punk. Compreso Nicole Kidman (il terzo dei suoi film qui è The
Beguiled di Sofia Coppola, il quarto Top of the lake di
Jane Campion) con parruccona arruffata, cuoio e catene. Nostalgia dei
primi successi del sulfureo regista (nato nel '63 a El Paso, Texas)
Hedwig – La diva con qualcosa in più (2001) opera rock, lui
stesso star. E di Shortbus – Dove tutto è permesso,
presentato a Cannes nel 2006, tutto sesso e rock'n'roll. Seguì un
malinconico Rabbit Hole (2010), sempre con Kidman, madre
distrutta dalla morte del figlioletto.
Molto
atteso, Cameron Mitchell si rifà il verso, gioiosamente, con una
baldoria alla Rocky Horror Picture Show addizionato al simbolo
purissimo Elle Fanning, diva con la pelle così lattea da far venire
voglia di mangiarla. Cosa fatta in The Neon Demon di Nicolas
W. Refn (2016). Il pasto continua in How to Talk to Girls at
Parties nella forma di sacrificio celeste da parte di un popolo
alieno che si muove come in uno spettacolo di Pina Bausch, ricoperto
di tute di plastica lucida e colorata, istallazione d'arte di età
psichedelica. Il gioco, però, è già stato giocato.
Nessun commento:
Posta un commento