di Roberto Silvestri
Altro che musicista «pazzo svitato»
plagiato da Yoko Ono o frontman «superstrafatto di eroina». Siamo alla
macchina del fango e poi del piombo. Prove generali, Usa anni 1966-1976… Anche
le due gloriose star del rock, Jimi Hendrix (soffocato a forza, e hanno messo
in scena la più devastante overdose del secolo) e John Lennon, furono
assassinate (direttamente o senza sporcarsi le mani) da Cia e Fbi, il primo a
Londra il secondo a Manhattan, Central Park, come era successo prima a Martin
Luther King, Fred Hampton e Malcolm X e altri.
Perché?
Perché sediziosi. Pericolosi. Sovversivi e, in quanto amici stretti
delle Pantere Nere, addirittura ‘probabili rivoluzionari’. I reazionari sanno
misurare perfettamente il grado di purezza antisistemica e di pericolo per le
istituzioni. In questo sono acuti quanto dei comunisti doc alle prese
con gli eretici e con chi è più a sinistra di loro. Ma dispongono, in più, di
quel controllo biopolitico sui ‘fuori di testa’ (fanatici fascisti, razzisti,
fondamentalisti religiosi…) da caricare a distanza e lanciare verso
l’obiettivo, non un minuto prima non un minuto dopo il necessario. Oswald,
Ruby, perfino Osama non vi dicono niente? E, da noi, nel nostro piccolo, il
nazi Insabato che tentò di far saltare in aria la sede storica del manifesto
in via Tomacelli, Roma? Un film di Don Siegel, Telefon, aveva avuto il
merito di raccontarci come si attivano a distanza i sicari inconsapevoli. Era
il 1977, tre anni dopo le pistolettate dell’8 dicembre 1980…
Racconta il complotto anti Lennon, oggi che i dossier top secret si sono
democraticamente aperti, il cinema indipendente americano. In pieno salutare
boom del documentario (il successo di Contest è incontestabile), questo non
fiction movie (mica racconta balle)
lanciato nel 2007 in Italia da una storica edizione di Bellaria (quella del
tutto Pennebaker) esce di nuovo nelle sale il 17 giugno per iniziativa
di Lucky Red.
Si tratta del militante e commuovente doc Usa contro John Lennon,
di David Leaf e John Scheinfeld (sceneggiatore), che analizza la persecuzione
e le minacce d'espulsione e di morte contro un idolo delle folle pacifiste, reo
di essersi via via politicizzato, per natura prima (viene dalla classe operaia
inglese e a scuola è già una peste), e, per colpa di Yoko Ono, di essersi pure
troppo radicalizzato...La sequenza del rogo appiccato da Kkk e teocon Usa a
dischi, foto e poster dei Beatles, colpevoli nel '66 di blasfemia perché Lennon
aveva affermato in tv un'ovvietà: «i Beatles contano, oggi, più di Gesù per i
kid britannici», è agghiacciante.
Così come interessante e compatto è il
racconto del complotto di Edgar Hoover/Fbi e dell'ufficio immigrazione contro i
«grandi nemici della democrazia americana», che, nel momento cruciale si
strinsero attorno al candidato democratico McGovern per battere Nixon, e John
Lennon e Yoko Ono per un attimo unificarono artisticamente un fronte radicale
composito ed egemonico che andava da Bobby Seale delle Pantere Nere a John
Sinclair delle Pantere bianche da Jerry Rubin e Abbie Hoffman, i leader yippies
del movimento contro la guerra in Vietnam («Finito il flower power se ne fa un
altro, purché la pace abbia una possibilità»). Sappiamo come è andata a finire.
Lennon perseguitato, minacciato di espulsione per vecchi precedent britannici
di “droga” (canne) e poi ricattato e infine ucciso (chi ha pensato così di
spegnerlo ed estinguerlo, però, si è sbagliato di grosso) forse per vendetta,
perché il Vietnam era stato comunque liberato dai porci. Missione riuscita.
Non sapevamo due cose che
impariamo dal film. Che Lennon, per evitare l'espulsione dal paese si arrese,
abbassò la testa e non partecipò, per debolezza e codardia, alla mega
«Woodstock politica» che avrebbe trascinato milioni di manifestanti a
contestare la convenzione repubblicana e forse a battere Nixon (che avrebbe
bombardato per 5 anni di seguito, e clandestinamente, senza mandato del
Congrsso, Cambogia e Laos, anticipando Pol Pot anche nel numero delle vittime e
aizzando ai massacri a venire khmer rossi). E che, se lo avesse fatto, sarebbe
stato assassinato. Molto prima del 1980. Mitiche le sue conferenze stampa nel
letto con Yoko, i bed-in (a cominciare da quello di Amsterdam), e indimenticabile quando,
saggiamente, consiglia ai kid di non cadere nella megatrappola: «Il potere ti
tira la barba e i capelli, ti dà i buffetti finché non reagisci. Perché quando
reagisci con violenza, sa sempre come fotterti». Lo vediamo in Turchia in
questi giorni. Attenti kids. Il documentario è stato trasmesso da Raiuno in
chiaro il 15 giugno 2012 nel comodo orario delle 2.10 di note. Dira 99’ e
include le interviste a Angela Davis, Tariq Ali, Mario Cuomo, Carl Berstein, Ron
Kovic (Nato il 4 di luglio), Walter Cronkite, Stew Albert, David Peel, G.
Gordon Liddy e Gore Vidal.
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