Anna Kendrick e Ben Affleck in The Accountant (la scena della pausa pranzo) |
Roberto Silvestri
The Accountant (il contabile), l’high concept dello sceneggiatore Will Dubuque è:
costruire un thriller pieno d’azione, anche psicologica, con un commercialista come eroe solitario
e misterioso (oltretutto con problemi di autismo, e traumi causati dal padre, in stile Quel fenomeno di mio figlio, con Jerry Lewis), dal lavoro diversamente affascinante, attorniato da personaggi non
convenzionali: una funzionaria pubblica ricattata, uno spietato
killer, manager sudiste e i peggiori mostri della terra. Soprattutto l'handicap ha bloccato per anni il progetto. "Non funziona". In realtà il film, girato in Georgia, ad Atlanta, ma ambientato in Illinois, ha incassato 44 milioni di dollari negli Usa. Comunque Mel Gibson non lo ha voluto interpretare e i Coen non lo hanno voluto dirigere.
Il protagonista della storia è Christian
Wolff (notare il nome, in fondo siamo sempre in guerra con l’Isis), interpretato da Ben Affleck, che, contemporaneamente, è: portatore di handicap
(autistico, appunto), vittima infantile di genitori divorziati, genio intellettuale
(matematico), genio militare (lo allenava a forza una sorta di Bruce Lee), genio
del male di fuori, ma pasta d’uomo, capace di sentimenti profondi e normali,
dentro (molto dentro, e solo con commercialiste).
Infine collezionista d’arte
controvoglia. Hobby? Sparare con i fucili mitragliatori da combattimento.
Ben Affleck |
Christian concentra insomma
tutte le qualità di molti classici nemici mortali psicotici di 007, oggi trasformati
dalle serie tv in noiosi super eroi che, più utilizzano ogni mezzo criminale necessario
per primeggiare come sparare con maggiore precisione e lottare senza mai subire
K.O., e più salgono negli indici di gradimento popolare (come Trump e altri
mascalzoni). Per calmarsi Christian non a caso canticchia una filastrocca imparata da bambino su Solomon Gundry, che nei fumetti DC è un nemico di Batman (personaggio che Ben Affleck ha interpretato nel passato). Gavin O’Connor, il regista, però sta facendo cinema e non
televisione. Dunque basterà circondare Christian di personaggi ancora più
malvagi di lui e diventerà presto, con la complicità di J.K.Simmons (Whiplash) nel ruolo di un alto
funzionario del Dipartimento Tesoro, il Giustiziere: della famiglia Gambino,
dei feroci cartelli della droga ispanici, dei gruppi terroristi e perfino di
una mega compagnia elettronica specializzata in bio-protesi di ultima
generazione (dove c’è qualcuno, John
Litgow, come al solito capace di
esprimere almeno sette tipi di ambiguità, che sta stornando miliardi di
dollari).
Nella prima scena Christian,
adulto, insegna a una famiglia come frodare il fisco “legalmente” e vivere
felici (prendete appunti) ma quell’ufficietto di commercialista di una sperduta
cittadina di provincia, è solo la sua copertura… In realtà la casa trabocca di
soldi di ogni valuta, di passaporti falsi a volontà, di armi da guerra, di
quadri di Pollock e di Renoir (per pagarlo in nero cosa di meglio?) e di un
camper attrezzato per la fuga rapida. Lavorare in certi ambienti può provocare seri
danni alla salute.
J.K.Simmons |
I cattivi, comunque,
divertono. Tutti gli altri annoiano. Sono rock, non lenti (per questo Hillary
ha dovuto conquistare gli elettori mettendo in evidenza alcuni suoi aspetti
segreti un po’ funesti…fa chic, e se no, non vincerà. In Christian la
cattiveria è essenziale come il ghiaccio nel Martini molto secco. Tanto poi si
butta via.
Nella seconda scena, in
flashback infantile, Christian si agita troppo e comunica nulla. Così il padre,
alto militare, lo strappa agli specialisti che vorrebbero proteggerlo dal
mondo, lo getta invece proprio nella mischia, e lo addestra, fin da piccolo e
più del fratello, ad aggredite per primo coi pugni, i pugnali, le arti
marziali, le pistole e i fucili mitragliatori, chiunque gli si metta davanti.
John Litgow, sul retro) |
Il titolo del film scelto
dalla Wb, poi, è davvero eccentrico e apparentemente poco glamour, “il
ragioniere”, “il contabile”, “il commercialista”, cosa c’è di più dannoso al
botteghino? Invece questo lavoro è più alla moda di quanto non si pensi, visto
che solo di soldi, Pil, scontrini, paradisi fiscali, conti in rosso, Equitalia,
come ingannare il fisco e vivere felici, si parla, e da ogni parte della
barricata e del mondo senza bravi commercialisti non si organizzano più neppure
più le Olimpiadi.
Inoltre il film è un vestito
fatto su misura per Ben Affleck, questo Christian dalle molteplici qualità e
personalità, che, non più filiforme, oggi è massiccio come una guardia del
corpo e vuole far vedere di non essere da meno, come grande matematico, del suo
amico Matt Damon. Così se la sua mente conosce pause e vuoti, che il corpo
imbolsito rende credibili, ecco che le nuove tecnologie internet lo assistono
attraverso una misteriosa partner che lo teleguida via I-phone. La macchina da guerra con i muscoli di Rambo
e il cervello di Einstein, timido e riservatissimo con le donne, non potrà che
trovare il lavoro perfetto come free lance là dove camorra e ndrangheta devono far quadrare i bilanci e cancellare
dalla terra chi sgarra.
Dentro una confezione di
soffocante perfezione spazio-temporale, ma priva di aria, di sole, di spazi
visivi sonori, di movimenti luministici sinuosi, insomma tra ritmi e grafie
dinamiche prevedibili anche se di alta scuola, non mancano bagliori di follia,
di fuoco, di umorismo e di ebbrezza. Come il rapinatore Walter Matthau, l’ultimo
degli indipendenti in Chi ucciderà
Charlie Varrick, e in quei thriller liberi e anarchici anni 70 anche Christian
sa ridere e piangere sulle miserie del nostro animo, su se stesso. Il duetto in
pausa pranzo, poi, tra Ben Affleck e Anna Kendrick varrà il prezzo del
biglietto. Che l'università di Chicago sia "la tomba del piacere" come afferma una sconsolata Dana in questa scena pare che sia proprio il motto (non ufficiale) degli studenti dell'Illinois. E, a proposito di umorismo, la super matermatica Dana Cummings saputo che Christian ha cambiato 34 case gli schiede "quante volte ti sei spostato?" E il super matematico non gli dice 33, ma 34....
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