Act of Killing di Jeshua Oppenheimer. Musical e orrore |
Act of Killing, scena in stile Bollywood incontra Oldenburg |
qui gli assassini sono coinvolti nella realizzazione del film. E sono loro che scrivono le scene. Ora noir, ora western, ora musical, ora horror.... E sono loro le star.
E' del 2012, è stato realizzato dopo dieci anni di lavoro sul campo, è stato invitato nei festival di tutto il mondo e ne ha vinti molti (anche Berlino, Toronto, Telluride, Lisbona). E' prodotto da Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna e garantito da Errol Morris e Werner Herzog, tra gli altri. E' diretto da un texano, Joshua Oppenheimer, che assieme a Christine Cynn, si è occupato per anni di crimini della globalizzazione e di violenze politiche e traumi d'immaginario ad esse collegati. Tra i loro film precedenti ricordiamo The Globalisation Tapes (su Assange) del 2003.
Congo nella terrazza della tortura spiega come strangolava i rossi |
Quasi Rick Baker all'opera |
Eppure qui abbiamo nomi cognomi e indirizzi di alcuni assassini. Pesci piccoli. Manovalanza. Ma abbiamo i loro corpi. Il regista gli spara addosso la cinepresa. E' come un'esecuzione psicoanalitica. A poco a poco vacillano. Forse si pentono. I conati di vomito sembrano però alla fin fine finti. Acting. Chissà. Per quasi tutto il tempo delle riprese gli infami simpaticoni sono spavaldi, raccontano nei minimi dettagli. Entusiasti di diventare protagonisti di un film. Di un film che glorifica le loro imprese. Entriamo nelle loro case. Si chiamano Anwars Congo, Haji Anif, Syamsul Arifin... Oggi hanno oltre 70 anni. Li vediamo spiegare le azioni più sanguinose, rievocare in tv i loro atti eroici, e vantarsene. Li vediamo addirittura cercare i posti autentici delle carneficine, mettere in scena gli incendi dei villaggi infidi. Ci accompagnano dentro le stanze e le terrazze della tortura e della morte, giocano agli interrogatori coi leader comunisti o gli studenti teste calde, travestendosi da vittime.
Rocky Splatter Picture Show |
Anwars Congo & compagni coinvolgono gli abitanti dei quartieri, li invitano a far le comparse. Si divertono un mondo. Perché amano il cinema, il musical. Quello americano più di tutto. I divi, non ne parliamo. Per tutto il film vorranno mettersi in testa cappelloni rosa texani da cowboy, cravatte del New Mexico, completi bianchi con il Panama, proprio come quelli delle loro star preferite. All'inizio chorus girls che escono da un immondo pesce gigante costruito sulla collina, di fronte al mare, che sembra opera di Oldenburg, oppure danzano sotto una cascata, li presentano come se fossero le superstar di uno show di Mister Ziegfeld.
Congo interpreta il comunista che ha ucciso e il rimorso compare |
Ecco gli ultrà 'milanisti' d'Indonesia |
Pancasila Youth, il gruppo paramilitare nazistoide d'Indonesia |
La ricostruzione della distruzione di un villaggio |
Imitando Jean Pierre Melville |
Non ci credete che l'Occidente plaudì al genocidio? Vedremo più tardi come reagì a tutto questo il nostro presidente della repubblica cattolico. E, non dimenticate che il vanto della stampa democratica mondiale, il New York Times, quando morì Suharto, il 29 gennaio 2008 gli dedicò due belle pagine da incorniciare. Anche perché non si faceva cenno alcuno del genocidio. Non c'era stato. Propaganda comunista.
Il gangster Congo e la divisarosso nera dei Pancasila |
Congo se la spassa alla faccia di Priebke |
Il gangster Congo e due suoi complici |
Congo cameramen |
Il momento pink di Congo |
Il poster del film |
Parte seconda, cosa c'entra l'Inter
Si discute molto in questi giorni - ed è un bene in questo paese così bendato al mondo - di estremo oriente, di Indonesia, il quarto paese più popoloso del mondo, delle elezioni presidenziali a Jakarta, nel 9 luglio 2014. E perfino di Jakartone, dopo il perfido commento juventino alla trattativa più entusiasmante del momento calcistico che allude a un paio di scudetti nerazzurri (di cartone) che sarebbero stati 'scippati'. Come se gli scudetti bianconeri fossero stati vinti sul campo e non da una gang di arbitri e di grandi giocatori d'azzardo abili nel 'fuori campo'.
Erick "il vichingo" Thohir |
Congo e i suoi nipotini, "guardate cosa faceva il nonno!" |
Teddy Thohir, manager della Union Carbide, Indonesia |
Il fratello maggiore di Erick ha un nome altrettanto mitico, si chiama Garibaldi Thohir. Ed è un pezzo grosso del carbone e della raffinazione del petrolio. Ma è suo padre che preoccupa di più, Teddy Thohir, oggi a capo di una mega-holding, l'Astra International, 15 miliardi di dollari di fatturato l'anno, che controlla comparti chiave dell'economia del paese (dalle componentistiche d'auto alle banche, dalle infrastrutture alle nuove tecnologie) e ha dunque uno stretto rapporto con isituzioni politiche - ancora in mano al partito che fu di Suharto, il Golkar (Partito dei gruppi funzionali) e dal Pdi-L (Partito Democratico Indonesiano-Lotta) - che, nonostante l'emarginazione e poi la morte di Suharto, ed elezioni democratiche assai formali, sono rimaste sostanzialmente autoritarie e illiberali.
Erick Thohir con la maglia della sua squadra di calcio Usa |
Hashim Djodjohadikusumo, capo del Bakrie Group e 40° magnate del mondo |
Il papà di Hashim, sulla destra, probabile nuovo presidente dell'Indonesia |
Nel dicembre del 1981 un'inchiesta del quotidiano newyorkese Newsday dimostrava che metà impiegati della Union Carbide indonesiana soffrivano di malattie renali causate dalle forti esposizione al mercurio; che il livello di mercurio utilizzato negli impianti era venti volte superiore agli standard autorizzati negli Usa e che le falde acquifere e le coltivazioni di riso di vaste aree del paese erano state pericolosamente inquinate irreversibilmente, con incalcolabili danni per l'intera popolazione e per l'agricoltura.
Prabowo Subianto, fondatore del partito nazionalista Gerindra |
Dal 1966 (quando la caccia al comunista e al cinese di sinistra si concluse con un auto-genocidio di oltre un milioni di indonesiani) a oggi, Jakarta è così diventata la capitale leader del neoliberismo. E la creazione di un partito anche vagamente di ipirazione marxista non solo è proibita, ma fisicamente molto sconsigliata.
Massimo Moratti, da domani ex patron |
E' poi di queste ultime ore, inoltre, la notizia che uno dei due altri soci indonesiani 'nerazzurri' di Thohir, il finanziere Rosan Roeslani, 45 anni, dovrebbe coprire un buco di 200 milioni di dollari alla Bumi, società di sede britannica che ha diretto in passato. E siccome è lui che dovrebbe rimettere i conti dell'Internazionale in sesto, la cosa ha fatto un po' vacillare le speranze dei tifosi che già sognano l'onnipotenza universale. Il terzo socio, poi, è Handy Soetedjo, 43 anni, opera nel settore energia (carbone e materie prime), vive a Pittsburgh, masticherebbe, come molti, di calcio. Si sente odore di Bakrie Group.
Ma chi non si fiderebbe di Massimo Moratti quando definisce il nuovo proprietario, 43 anni, e il suo gruppo, "gente perbene"?
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