Kristin Scott Thomas in The Party di Sally Potter |
Roberto Silvestri
Una donna sconvolta, bionda e segnata, apre la porta e sta per sparare con la pistola contro chi sta entrando in casa. Non è andata dal parrucchiere, come si sottolineerà più tardi acidamente. Il controcampo però non ci sarà e non ci farà vedere contro chi è diretto il colpo.
Il film, in bianco e nero, quel bianco e nero anni 60 dai grigi preziosi, alla Chi ha paura di Virginia Woolf?, comincia così. In pochi secondo vediamo un'attrice che ha la rara virtù di farci capire che tutto quel che sta pensando è intelligente e interessante, anche se non sappiamo bene di cosa si tratta. Ci fidiamo di lei ciecamente.... Poi. Flashback. Interno di casa agiata della borghesia intellettuale londinese, piano terra con cortile alberato. Sapore di kammerspiel. Dialoghi scintillanti e acuminati (merito di Sally Potter, che è più in auge dopo la fortunata serie di Harry Potter, e Walter Donohue). Il flashback durerà tutto il film.
Si torna all'inizio di The party che non vuol dire solo festa, ma anche Partito. Infatti si festeggia con tutti gli amici la nomina a ministro ombra della sanità dell'opposizione laburista di Janet (Kristin Scott Thomas, è lei che sa recitare esibendo i pensieri che ha in testa, mossa da intenzionalità segrete, ma di sicura efficacia). Primo passo di una possibile leadership del partito, la prima Thatcher e la prima May non reazionaria.
Gli amici chi sono? Martha (Cherry Jones) lesbica militante e la sua giovane amante Emily Mortimer (Jinny), troppo gelosa (anche di un passato lontano) e fragile. April (Patricia Clarkson, la più premiata del cast) che è una americana di estrema sinistra, e i suoi duetti con Janet sono spassosi come potrebbero essere quelli di Vanessa Redgrave con Glenda Jackson, o di Corbyn e Sanders con Hillary, visto che è sempre pronta a sfottere amichevolmente la politicante in ascesa e il suo stesso marito, un barone universitario arguto e saggio di origini tedesche e approdi new age, Gottfried (Bruno Ganz), che a inizio festa fa comunella e beve con il marito di Janet, Bill (Timothy Spall), sempre seduto sulla poltrona, attonito e inquietantemente misterioso, non si sa se pensoso o malatissimo. In attesa della la coppia formata da Tom, un bancario tutto soldi e successo (Cillian Murphy) e dalla moglie, stretta collaboratrice di Janet nel partito. Arriverà Tom da solo. E, stranamente nervosissimo e armato.....
Come sono melodrammatici, se immaginati dai britannici, questi intrighi di famiglia e questi triangoli complicati e perversi che uniscono le persone che si vogliono bene, anzi fin troppo bene, intrecciando sentimenti proibiti con segreti, bugie, messaggini piccanti per sms, condanne a morte stabilite dai medici, pugni proibiti e tradimenti vari. Qui ne avremo un campionario completo ed estremo. E sembra che ci sia lo zampino di Paolo Costella (Perfetti sconosciuti), perché anche qui il tracciato narrativo segnato dai telefonini cellulari è quello che più conta.
Ivano Marescotti, Stefania Sandrelli e tutta la famiglia riunita in A casa tutti bene di Gabriele Muccino |
Certo, in un recente film italiano scritto da Paolo Costalla e Gabriele Muccino, A casa tutti bene, che sempre su una festa si concentra (le nozze di platino di una coppia che radunano tutta la famiglia nella loro villa al mare su un'isola, e mai avrebbero dovuto farlo) non mancheranno la scena del pranzo con il vino e i piatti spaiati e i due lasciapassare che confermano la nazionalità del film (c'è sempre un prete e un cane nei nostri film) e tanti bambini che nei film inglesi in genere sono solo un fastidioso impiccio.
il prete, a destra e l'intera corale |
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