giovedì 17 luglio 2014

Per Paola Meo, bellissima comunista del XX e XXI secolo





di Roberto Silvestri 

Ricordo Paola Meo proprio cosi', come nella foto che sua figlia, la cineasta Anna Negri, ha postato oggi su Facebook informandoci della sua morte, e che li' ho rubato, ed e' qui sotto.


Era una delle bellissime 'teste politiche' di Potere Operaio, il gruppo piu' glamour e futurista del 1968 e di fin troppo lucida intelligenza teorica (dunque quello che sara' piu' perseguitato e punito anche al di la' dei suoi meriti).  Era la figlia di un famoso architetto veneziano che su commissione del patriarcato (Giovanni Roncalli) e amica di Cesare De Michelis, l'anima della casa editrice Marsilio. La rividi piu' di dieci anni dopo in via Tomacelli, sede allora del quotidiano il manifesto, altrettanto bella, tesa, dolce e combattiva, quando veniva a trovare Rossanda (e i pochi compagni del giornale che parteciparano con passione a quella campagna civile, non tutti) per combattere per la liberazione del marito e contro il teorema Calogera che voleva Toni Negri capo iper-clandestino delle clandestine Brigate Rosse. Ci riusci' a vincere. Nonostante il Parito Radicale che aveva costretto Negri a fuggire in Francia....Quel teorema, vera tragedia, aveva spedito per oltre 5 anni militanti innocenti in galera, causato fughe, esili e ingiustizie varie, ma ebbe la genialita' di anticipare, vera farse, la scena di un intero parlamento italiano, senato compreso, che voto' prima l'arresto del "grande capo segreto" delle Br, e poi, a maggioranza, ma anni dopo, che "dovevasi considerare la minorenne Ruby davvero la nipote di Mubarak...". Ecco il duplice giorno che decreto' la vera morte del senato. Non si trattava di un consesso di veri esperti anziani di cui ci si puo' fidare ciecamente?  

Ma torniamo al 68. Un giorno di tanti anni fa arrivarono in massa lei, Paola Meo, Toni Negri e 'quelli di Padova' alla facolta' di lettere e filosofia, all'Universita' La Sapienza, ad affiancare e spalleggiare (nello scontro abituale e spesso rude con i veterocomunisti, i terzomondisti e gli emme-elle, i maoisti, di purezza e durezza 'rococo' '), quel giorno senza carri armati dentro, i post-trontiani di Roma, Lepri, Virno, Paolozzi, Piperno, Scalzone e Castellano, potoppini ancora alleati, in quel frangente, credo, con il Manifesto gruppo politico...

Toni Negri, il professore, che ispirava sostanzialmente il settimanale Potere Operaio (un giornale magnifico, anche graficamente, che ogni tanto veniva sequestrato per reati d'opinione e il cui direttore Tolin, fu addirittura incarcerato, sempre per reati d'opinione) era al fianco di Paola Meo.

Da Padova ci arrivavano molte cose belle in quei mesi d'inizio anni 70. Prima di tutto i film di Cinema Zero, il cineclub che scovava copie di introvabili film americani degli anni 30 e 40 che Piero Tortolina, il nostro compianto Langlois, collezionava con amore e competenza e diffondeva nei clun cinema del paese, dal Filmstudio di Roma al Movie club di Torino (ma che Mazzacurati figlio, anche lui giovane potoppino padovano, combatteva da sinistra, finche' riusci' a strappargli il controllo del cinema e a imporre un tremendo e plumbeo gusto autorial-europeista-militante, da morettiano o da La Repubblica ante litteram).

Ma anche una collana di testi antagonisti formidabili (sui wobblies, o di K.H. Roth, o di Krahl....) che Feltrinelli di allora, e anche un po' di anni dopo la morte sul traliccio, tutt'oggi poco chiara, di Gian Giacomo, aveva appaltato alla facolta' di economia e scienze politiche padovane e pubblicava (prima che la vedova Feltrinelli li mandasse al macero). Libri scelti e curati da Toni Negri, Ferruccio Gambino, Luciano Ferrari Bravo, Bruno Ramirez, Paolo Carpignano, Gisela Bock...
Per non parlare delle prime tesi di agguerrite femministe emule di Selma James, come Lisi Del Re, Maria Rosa Della Costa, etc....

Negri, il compagno di allora di Paola, era quel giorno in maniche di camicia arrotolate, da professore giovanissimo, perennemente in tensione psicofisica, come se venti cervelli si coordinassero in una sola mente, proprio l'immagine che le istantanee di Tano D'Amico hanno poi immortalato per sempre durante i 'processi del 7 aprile' - la vergogna leader per la borghesia giuridica del nostro paese - con una montagna di appunti in braccio per dei seminari, degli 'attivi' politici della massima urgenza e una assemblea, presumibilmente di fuoco.Tutto in una giornata. Tutto in una notte. E Paola al di suo fianco. Che pareva un po' la coordinatrice vera dell'intervento 'nordista'. Sembrava lei la rete che teneva in pugno l'organizzazione, sempre sul punto di crollare per colpa di una esagerata auto-ammirazione. Come i tedeschi dopo aver vinto - non tanto limpidamente - la quarta coppa del mondo dei calcio...

Un intervento che - non mi ricordo bene la questione - doveva essere urgente. Magari una campagna di rettifica interna - contro le posizioni estremiste di Lanfranco Pace? - o magari una manifestazione da organizzare immediatamente per fermare i bombardamenti clandestini quinquennali di Nixon in Cambogia (li abbiamo fermati, quella generazione in fondo vinse qualcuna delle sue battaglie). Sicuramente il momento era drammatico. Ricordo che in quel momento mi e' parso piu' chiaro quello che i prof di facolta' piu' amati, Gianquinto (logica), Brandi (storia dell'arte), Asor Rosa e Abruzzese (letteratura italiana) e Emilio Garroni (estetica) mi andavano raccontando. Che il bello e' qualcosa che riusce a mettere in moto tutte le nostre facolta', anche quella di indignarsi. E non cio' che ingolfa un meccanismo. Troppa bellezza, a volte, inquieta. 
La bellezza fa paura, allora come oggi,e la bellezza teorica non ne parliamo. Le ragazze, sempre padovane, del salario al lavoro domestico gia' avevano acceso le micce. Un'altra fase post sessantottina e post settantottina stava iniziando. Paola non avrebbe bisogno di fare troppi salti mortali avvitati, come quelli di Toni Negri, per interpretare la fase. bastera' rileggere il libro autobiografico di Anna Negri per conoscerla piu' profondamente. Credo che per le giovani generazioni sia un obbligo.  

















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