Ciro Giorgini |
Fondatore coraggioso del cineclub militante L'Officina di Roma, negli anni 70, quando tutta la ricchezza del cinema era sotto sequestro (pubblico e privato) e ci volevano dei guerriglieri bolscevichi lì, in quei cantieri estetico-sociali, al Filmstudio 80, al Politecnico, all'Occhio l'Orecchio e la Bocca e al Labirinto, per snidarli e liberarli. I Lubitsch, i Lang, gli Ophuls, persino i Visconti e i Murnau.... E soprattutto il lavoro su Welles, cineasta dalle mille versioni, dai cento finali, dal montaggio infinito, dai materiali sparsi in tutto il mondo e da trovare come in una caccia al tresoro. Il gioco che Ciro preferiva e in cui eccelleva....
"Bolscevico" poi neanche tanto perché non aveva l'arroganza di chi è dalla parte della maggioranza. Il detto "pessimismo della ragione e ottimismo della volontà" descrive abbastanza bene uno sguardo dolce anarchico e amaro.
Poi eminenza grigia, fin dall'inizio, dello staff di Fuori Orario, che quegli archivi inaccessibili ha aperto, creato e socializzato per sempre.
Analizzatore implacabile della memoria visiva televisiva, dei "20 anni dopo", entomologo mai indifferente dell'immaginario, radiografo di "veline" e blobbista attentissimo, dotato di occhi cubisti, e dunque degno allievo di Dziga Vertov.
Studioso fertile di classici e anticlassici, di Orson Welles, ma anche di John Ford, di Roberto Rossellini, di Adrej Tarkowski, di cui era capace di afferrare sempre il senso segreto e post geometrico delle immagini e delle sequenze, almeno prima che il digitale mettesse tutto in discussione con la sua maledettissima definizione assoluta, perché ci avevano insegnato, dentro e fuori le istituzioni, a scavare nelle apparenze e trovare il male e il bene (anche di una panoramica e di una carrellata che sono le carezze e i pugni del cinema) dove meno te lo aspetti. Più si vede oggi e più ci si confonde.....(vedere per questo l'intervista in tre puntate sul sito ... ovviamente... di Quinlan)
Carattere appassionato e ribelle, e dunque un critico e cinefilo dal cuore sempre acceso, mai settario né fondamentalista. Stimolo appuntito e pungolo affettuoso del nostro lavoro di "gazzettieri matriciani nostrani" al manifesto (dal 1980 al 2012).
Esperto tra i più attenti alle forme nuove e alla sperimentazione, me lo ritrovai perfino al fianco di Sulmonacinema, a immaginare una rassegna concentrata sul nero, non solo sul noir..... Tessitore di cicli e super cicli raffinatissimi è stato impegnato da sempre, più di tutti noi, nelle battaglie politiche e culturali cruciali, e fino all'ultimo respiro. Ma soprattutto caro amico e amico, arguto e prezioso, di fb.
E' morto oggi, Ciro Giorgini. Tra Pasqua e Pasquetta. Risorgerà ogni volta che si proietterà in 35mm, come Cristo comanda, un film di Welles.
Un grande abbraccio a tutta la sua famiglia, e anche a quella allargata degli amanti del cinema, cioé di una vita diversa. Non somigliava a nessun grande attore o cineasta del passato. Era uno dei nostri divi. Con Roberto Farina, Enzo Ungari. Marco Melani. Annabella Miscuglio. Piero Tortolina. Enrico Livraghi. Gianni Menon. E Fiorenza e Angelo Vittorioso...e Vittorio Rivolsecchi e....
Ciro Giorgini a 18 anni (dal suo tito Facebook) |
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