venerdì 9 settembre 2022

Mostra di Venezia. Il signore delle formiche di Gianni Amelio

di Roberto Silvestri Una storia d'amore tragica come quella di Romeo e Giulietta fu quella di Aldo Briabanti e di Giovanni Sanfratello. Ma. Per parlare di oggi, e del pericoloso vento sovranista e omofobico che spira, “i gay vanno o curati o menati”, Gianni Amelio torna indietro nel tempo e va un po' più a sinistra. Prima attorno al Psi, adesso attorno al Psiup e alla sua rivista teorica d'affezione, I Quaderni Piacentini non a caso nata nel 1962 e che proprio tra il 1964 e il 1965 divenne indispensabile cannocchiale e microscopio del nostro pese malato.. Dopo aver raccontato la fine politica, e l'esilio in Tunisia, dell'ex segretario di Nenni, che defenestrò De Martino con l'aiuto della sinistra lombardiana, liberò i socialisti dall'abbraccio prepotente del Pci ma poi fu vttima del diabete devastante e di una conseguente auto-sopravvalutazione, Amelio ha fatto un passo indietro storico e ha accettato la proposta della Kavac Film di lavorare sul “caso Braibanti”. Dal politico di successo caduto in disgrazia al poeta, maledetto sempre, e all'intellettuale marxista moderno o, come lo definiva indirettamente e con amore Pasolini su Vie nuove, in polemica con gli artisti vicino al Psiup (l'ala sinistra del Psi, guidata da Basso e Lussu, che si era staccata dopo l'ingresso del Psi al governo con la Dc), “stalinista beat”. Braibanti, come i Bellocchio, Roversi, Isnenghi, Sergio Bologna, Goffredo Fofi, Edoarda Masi e Grazia Cherchi, aveva rotto i ponti con il partito-chiesa e con l'estetica del 'realismo socialista' obbligatorio (che ancora però la faceva da padrona nelle Feste dell'Unità, come si vede all'inizio di Il signore delel formiche. Il film è Quando volano le cicogne di Kalazotov manifesto del disgelo ma il Pci avrebbe dovuto diffondere quel che è davvero il film 'insostenibile' e indigeribile dallo stalinismo, cioé il suo magnifico Lursmani cheqmashi, ovvelo il "Chiodo nella scarpa" del 1931 - da georgiasno a georgiano - che fu proibito da Stalin perché Lalatozov prendeva in giro, troppo marxianamente, i piani quinquennaliin quanto tali) ) ma si distanziava troppo dalle masse maneggiando incomprensibili linguaggi teatrali, musicali, letterari, cinematografici (che Pasolini in quegli anni vedeva pericolosamente affini ai disegni tecnocratici del neocapitalismo) che finalmente, come teorizzava Oshima in Giappone o Godard in Europa, mettevano “caos nell'ordine” seguendo la parola d'ordine della “soggettività desiderante”, dell'individualismo democratico che fa i conti con l'individualismo rapace, molto poco demoniaco, delle classi dominanti. Bisogna insomma spiegare oggi ai millennial e alla generazione Z, e a chi quel processo ha rimosso o neanche se ne accorse, si deve essere chiesto Amelio cosa ci fu dietro quella persecuzione vergognosa e giuridicamente inconsistente, e perché quella crociata ebbe un trionfale, ma apparente, successo. Cosa succedeva insomma nelle viscere dell'Italia dei nonni, nei contraddittori anni Sessanta che prepararono il sessantotto. Cosa significava “lo strapotere Dc”. Che tipo di cultura repressiva e sessuofobica imperava allora (e pare che le masse adorino chi la riauspica, oggi) e che ruolo anticostituzionale era stato regalato, dopo le barricate contro Tambroni, alla Magistratura che assolveva in quei mesi troppi poliziotti “pistoleri”. C'è una battuta carina nel film, ma non credo proprio esatta. Mussolini non avrebbe criminalizzato l'omosessualità in Italia “perché froci tra i maschi italiaci non ce ne sono”. In realtà durante il ventennio vennero mandati al confino molti omosessuali. Ed è risaputo che anche nei partiti comunisti l'omosessualità veniva considerata una malattia. Il Partito comunista tedesco, per esempio, fece una campagna stampa durissima contro il capo delle SA anche perché “notorio pederasta”. I giudici italiani del 1965 furono però capaci, in quella occasione, di trasformare le vittime, Aldo Braibanti e il suo amante Ettore, in colpevoli, e fu cieca di fronte a un palese rapimento e sequestro di maggiorenne, poi imprigionato in manicomio (e lì quasi assassinato dagli elettroshock) capovolgendo i fatti e condannando l'innocente Braibanti per offesa alla famiglia tradizionale e alla morale (?) dominante. ) 9 anni! Elio Germano, nella parte del giornalista di cronaca nera che sa fare il suo lavoro, come se fosse l'eroe in un noir di Fuller - anche se il quotidiano fondato da Gramsci ma diretto (allora) da Maurizio Ferrrara, attenua, censura, “migliora” o capovolge i suoi servizi - è tra i pochi che difende l'omosessuale indifeso e colpito obliquamente come se fosse un Satana tentatore tra le mani dell'Inquisizione. Luigi Lo Cascio è talmente perfetto nel ruolo di amante fragile del giovane Ettore e di amante indistruttibile del giusto e del vero che una collega americana, in occasione della anteprima stampa, lo aveva scambiato proprio per Pasolini. Due anni fa un ottimo documentario, Il caso Braibanti, di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese (che ancora gira nei cinema italiani più attenti) aveva raccontato tutto questo e messo in ordine i fatti. Braibanti, filosofo, scrittore, poeta, mirmecologo, drammaturgo, partigiano, comunista, poi uscito da un partito che non aveva tratto tutte le debite conseguenze dal rapporto Krusciov al XX congresso Pcus e dalla destalinizzazione, per difetto e non per eccesso di spirito libertario e rivoluzionario, era diventato un punto di riferimento “controculturale” per letterati e artisti. Amico del musicista postmoderno antilitteram Sylvano Bussotti e di Carmelo Bene, complice del cineasta Alberto Grifi nei suoi sperimentali spettacoli teatrali che si rifacevano alle teorie dello psicanalista ungherese Ferencsi, era appunto tra i più importanti collaboratori della rivista I Quaderni Piacentini, ma anche il più esposto e indifeso. Amelio però non ha voluto fare una ricerca ulteriore, “essere pignolo”, facendosi aiutare soprattutto dai suoi ricordi personali, come pubblico nel processo, e da cosceneggiatori “debuttanti o quasi”, come li definisce nell'intervista a FilmTv, Edoardo Petti e Federico Fava, anche se per le coreografie di Tranfert per Kamera verso virulentia, ha avuto una consulente molto esperta come Alessandra Vanzi. Perché andavano puniti i Quaderni Piacentini? Alberto Grifi era convinto che quella rivista doveva essere messa in difficoltà perché, attraverso una forte campagna di mobilitazione, stava impedendo alla Dc (dominata a Piacenza dalla sua fazione più reazionaria, di cui il padre di Ettore Tagliaferri che interpreta Giovanni Sanfratello, era un grande elettore) un succulento piano regolatore. Inoltre sosteneva che in quella occasione lo stato sperimentò la costruzione mediatica del mostro da sbattere in prima pagina. Valpreda, con tutte le connotazioni di “ballerino, dunque effeminato, e anarchico, dunque insurrezionalista” sarebbe stato il perfetto Braibanti Due da usare a tempo debito. Grifi, molto amico di Braibanti, e tra i pochi intellettuali e politici a organizzare un comitato di difesa (che comprendeva Moravia, Morante, i Cederna, il Psiup e il partito Radicale che Gianni Amelio però isola esageratamente attraverso il primissimo piano di Emma Bonino oggi), sarà vittima di un ulteriore processo farsa, accusato di possesso di droga leggera, in quella circostanza non posseduta (e condannato a due anni di carcere). Ps. La voce Aldo Braibanti di Wikipedia è stata scritta da Aldo Braibanti. Dunque chiunque volesse sapere come si svolsero i fatti può fare riferimento awikipedia. Ancora una volta un faro di democrazia e libertà collettiva. Un caso di collaborazione tra formiche umane riuscito

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