giovedì 25 luglio 2013

Sulla morte di Dennis O'Rourke, il meno puritano e il più impertinente documentarista aussie

Roberto Silvestri

Venticinque anni fa il critico Fabrizio Grosoli aveva invitato Dennis O'Rourke  a Riminicinema. Il total filmaker australiano aveva portato in concorso, con grande successo, la sua straordinaria simpatia e un documentario controcorrente, e 'di profondità', da lui prodotto, sul turismo di massa nell'estremo oriente e sui suoi orrori, Cannibal Tours. Un film feroce, fatto di intuizioni e emozioni,  pieno di humor sferzante, senza compromessi. Chi lo vede non va più a Dubai o sul mar rosso egiziano senza sentirsi una merda. Siamo nel 1988: non è dunque una grande scoperta della Biennale 2013 di Barbera la promiscuità tra fiction e non fiction nelle competizioni festivaliere.
Il cineasta australiano Dennis O'Rourke

Ma O'Rourke, prima di Michael Moore, aveva riconciliato il grande pubblico con l'appassionante mondo del documentario. Quasi sempre i suoi film, girati dopo una lunga permanenza in loco e senza troupe, solo lui, a vole un fonico, e la cinepresa in spalla, e montati a Canberra, incassavano nelle sale e si vendevano a tutte le tv pubbliche del mondo. Perché metteva in gioco se stesso nelle sue opere, spesso entrando in campo, cuore in mano, con la sua contaggiosa passionalità, dai quartieri degradati delle metropoli del turismo sessuale a Kabul, tra gli afhgani smembrati da una guerra perenne.

I suoi film potevano anche scandalizzarci. Per esempio The Good Woman of Bangkok duetto amoroso/non amoroso con una prostituta thailandese, mica mi convince ancora troppo. Non c'era forse qualche crudeltà psicologica di troppo, l'amaro sapore di uno 'spettacolo dell'orrore' sfruttato?  Ma si vedeva e si sentiva sempre che dietro la sua cinepresa non c'era un agit prop con secondi fini, che voleva convincerci di qualche verità assoluta, ma un esploratore, un essere umano alla ricerca istintiva non razionale di come sono le cose vere e che chiedeva la nostra collaborazione, fin dalla prima sequenza. Condividendo illuminazioni e errori.

Era stato il festival dei Popoli, anni prima, a far conoscere al mondo il suo cinema diretto, "semplice", seducente e conturbante, e poi Berlino, Nyon, Sundance, Amsterdam, Marsiglia tra gli altri, lo avrebbero premiato e omaggiato per le sue dieci opere, da Yumi Yet (1976) e Ileksen (1978) sulla decolonizzazione in Papua-Nuova Guinea a Half Life (1985) sui pericoli nucleari e Cunnamulla (2000) sul vivere più che disagiato nelle periferie marginali 'aussie'. Una pellicola girata nella regione sud-occidentale del Queensland, in una cittadina a 200 km da Goodooga, dopo una permanenza attiva di sei mesi, la partecipazione alla vita sociale della comunità (filmando feste e eventi cittadini) e la conoscenza approfondita di alcuni personaggi 'chiave' del luogo, dal tassista e sua moglie al sedicente Dj, dallo spazzino all'allevatore in pensione alle ragazze chiamate a partecipare alla competizione di Miss Cunnamulla. Entrare in confidenza con tutti questi personaggi del teatrino provinciale è pericoloso. Escono fuori cose che dovrebbero restare nell'ombra. Ecco perchè il film è tra i suoi quello politicamente più che scorretto, visto che gli costò anche un processo per 'condotta poco scrupolosa' durante le riprese. Ma il giudice dette ragione al cineasta e un attivista per i diritti degli aborigeni e anche alcuni giornali incauti furono costretti a risarcire O'Rourke per diffamazione. Non aveva affatto 'sfruttato' la ragazza dodicenne aborigena, 'costringendola' a parlare con estrema franchezza della sua sessualità....

Sul set di Land Mines A love story (2004)
Era un omone biondo di una simpatia contagiante e di un coraggio ineguagliabile. Aveva la valigia piena di camicie hawaiiana mozzafiato, maneggiava i valori umani con la stessa serissima non chalance di una cassetta di birre Forster, Dennis O'Rourke, il documentarista (di evidente origine irlandese), cosmopolita e apolide nell'animo, che è morto di cancro a Cairns (Queensland) il 15 giugno scorso. Aveva 67 anni. Lascia la moglie Tracey Spring, 5 figli Bill, David e Celia (avuto dalla prima moglie Roseanne),  Xavier e Sophie (avuto dalla seconda moglie, Catherine Vandermark). E un film non terminato, I love a Sunburnt Country, un poema sull'australianità dell'uomo qualunque.

La notizia di questa scomparsa non ha purtoppo ancora contagiato la rete né attraversato i media, distratti dell'estate più critica che Italia ricordi. E' un brutto mondo quello che non piange i suoi poeti. O che piange solamente i suoi.

Non avremmo neanche saputo della sua prematura morte se non avessimo casualmente incrociato, alla conferenza stampa delle Giornate degli autori di Venezia, il collega Umberto Rondi, che da sempre è un suo fan attivo ed è riuscito a distribuire alcune sue opere di non indifferente forza polemico-politica (Half life e The good woman of Bangkok) solo attraverso Fuori Orario. Speriamo che Giorgio Gosetti o Alberto Barbera lo ricordino al Lido, con una proiezione speciale fuori programma. Dennis lo merita. 
The Good Woman of Bangkok (1991)

O'Rourke, nato a Brisbane nel 1945, era vissuto in provincia, famiglia squattrinata di commercianti, educazione cattolica. Lascia l'università dopo soli due anni e viaggia molto nelle isole del Pacifico e nel sud est asiatico. Gli anni sessanta, in quei mari, sono un eccellente scuola di critica dell'economia politica e pratica dell'immginario antisistemico.

Il poster di Half life, il suo film anti nucleare
Soprattutto se il punto di vista è quello di un marinaio, di un cowboy, di un commesso viaggiatore, di un operaio petrolchimico e di un assistente giardiniere. Come i paesi sviluppati sottosviluppino progressivamente tutti gli altri, maneggiando merci di tutti i tipi, dai porti ai bordelli, dai concimi agli ormoni, gli appare chiarissimo. Sono proprio quelle specializzazioni che trasformeranno un provinciale gentile, ma fuori dal mondo come lui, in un fotogiornalista acuto e consapevole che osserva gli orrori dell'aggressione in Vietnam e sa, da allora, contro chi, e dalla parte di chi, puntare l'obiettivo. La tv australiana lo assume e il suo esordio è già un successo internazionale: Yumi Yet - Independence for Papua New Guinea. Porterà le sue altre opere - Yap...How Did you Know We'd Like Tv (1980), ovvero cosa combina l'introduzione della televisione nelle più remote isole dell'oceano pacifico?, The Shark Callers of Kontu (1982), sempre girato in Papua New Guinea,  Couldn't Be Fairer (1984), The Good Woman of Bangkok (1991) e Land Mines A love story (2004), set l'Afghanistan post talebano - in giro per il mondo, a Freiburg, Honolulu, Los Angeles, Melbourne, New Delhi, New York, Singapore, Taipei, Rimini, Uppsala... Nel 2005 a Dennis O'Rourke è statao conferito il Don Dunstan Award per il contributo da lui dato all'industria cinematografica australiana.

Le precisazioni all'articolo di Umberto Rondi:
Fuori orario è stato in effetti il maggior diffusore dei suoi film (4) ma Cannibal Tours, sebbene non integralmente, fu trasmesso da Passaggio a Nord Ovest. Land mines - a love story da C'era una volta, Rai Tre. Half life sia da Fuori Orario che da La 7. The good woman of Bangkok è stato distribuito da Minerva Raro Video  ed è purtroppo l'unico dvd in commercio in Italia. Venne assegnato a Land mines - a love story il premio Città di Roma per il miglior documentario ad Asiatica Film Mediale 2005. Half Life vinse il Gran Premio del Festival dei Popoli, il "Director's Award for extraordinary achievement" del Sundance, il premio della pace e uno della giuria alla Berlinale ed entrò nella cinquina degli oscar.. 

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