lunedì 6 aprile 2015

Per Ciro Giorgini, pioniere dei club cinema, militante di Fuori Orario e della lunga marcia della cinefilia non celibe

Ciro Giorgini
Roberto Silvestri 


Fondatore coraggioso del cineclub militante L'Officina di Roma, negli anni 70, quando tutta la ricchezza del cinema era sotto sequestro (pubblico e privato) e ci volevano dei guerriglieri bolscevichi lì, in quei cantieri estetico-sociali, al Filmstudio 80, al Politecnico, all'Occhio l'Orecchio e la Bocca e al Labirinto, per snidarli e liberarli. I Lubitsch, i Lang, gli Ophuls, persino i Visconti e i Murnau.... E soprattutto il lavoro su Welles, cineasta dalle mille versioni, dai cento finali, dal montaggio infinito, dai materiali sparsi in tutto il mondo e da trovare come in una caccia al tresoro. Il gioco che Ciro preferiva e in cui eccelleva....

"Bolscevico" poi neanche tanto perché non aveva l'arroganza di chi è dalla parte della maggioranza. Il detto "pessimismo della ragione e ottimismo della volontà" descrive abbastanza bene uno sguardo dolce anarchico e amaro.
 



Poi eminenza grigia, fin dall'inizio, dello staff di Fuori Orario, che quegli archivi inaccessibili ha aperto, creato e socializzato per sempre.
Analizzatore implacabile della memoria visiva televisiva, dei "20 anni dopo", entomologo mai indifferente dell'immaginario, radiografo di "veline" e blobbista attentissimo, dotato di occhi cubisti, e dunque degno allievo di Dziga Vertov.
 

Studioso fertile di classici e anticlassici, di Orson Welles, ma anche di John Ford, di Roberto Rossellini, di Adrej Tarkowski, di cui era capace di afferrare sempre il senso segreto e post geometrico delle immagini e delle sequenze, almeno prima che il digitale mettesse tutto in discussione con la sua maledettissima definizione assoluta, perché ci avevano insegnato, dentro e fuori le istituzioni, a scavare nelle apparenze e trovare il male e il bene (anche di una panoramica e di una carrellata che sono le carezze e i pugni del cinema) dove meno te lo aspetti.  Più si vede oggi e più ci si confonde.....(vedere per questo l'intervista in tre puntate sul sito ... ovviamente... di Quinlan)


Carattere appassionato e ribelle, e dunque un critico e cinefilo dal cuore sempre acceso, mai settario né fondamentalista. Stimolo appuntito e pungolo affettuoso del nostro lavoro di "gazzettieri matriciani nostrani" al manifesto (dal 1980 al 2012). 

Esperto tra i più attenti alle forme nuove e alla sperimentazione, me lo ritrovai perfino al fianco di Sulmonacinema, a immaginare una rassegna concentrata sul nero, non solo sul noir..... Tessitore di cicli e super cicli raffinatissimi è stato impegnato da sempre, più di tutti noi, nelle battaglie politiche e culturali cruciali, e fino all'ultimo respiro. Ma soprattutto caro amico e amico, arguto e prezioso, di fb.
E' morto oggi, Ciro Giorgini. Tra Pasqua e Pasquetta. Risorgerà ogni volta che si proietterà in 35mm, come Cristo comanda, un film di Welles. 

Un grande abbraccio a tutta la sua famiglia, e anche a quella allargata degli amanti del cinema, cioé di una vita diversa. Non somigliava a nessun grande attore o cineasta del passato. Era uno dei nostri divi. Con Roberto Farina, Enzo Ungari. Marco Melani. Annabella Miscuglio. Piero Tortolina. Enrico Livraghi. Gianni Menon. E Fiorenza e Angelo Vittorioso...e Vittorio Rivolsecchi e....

Ciro Giorgini a 18 anni (dal suo tito Facebook)

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