domenica 13 ottobre 2024

Mockery, un film dimenticato del 1927 con Lon Chaney sulla rivoluzione russa. Di Benjamin Christensen. E su Tcm, la tv cavo che non interrompe i film con gli spot

Roberto Silvestri
Non tutti i miliardari sono uguali. Per esempio il canale televisivo via cavo indipendente del magnate di sinistra Ted Turner, Tcm, cioè Turner Classic Movies, che quest'anno festeggia i 30 anni di vita, non consente interruzioni pubblicitarie tranne, tra un film e l'altro del patrimonio Mgm di cui Turner è proprietario, qualche spot per promuovere i film e i cicli in programmazione, i tour turistici negli studi della Warner Bros (di cui si trasmettono non pochi e magnifici classici, soprattutto noir), una cantina di vini dalle etichette cinefile e il festival “live” che si svolge ogni anno (il prossimo è previsto dal 24 al 27 aprile 2025 al Chinese Theatre di Los Angeles, ma in questo caso gli abbonamenti sono salati, più del Cinema Ritrovato).
Il privato si comporta dunque, in rari momenti, meno commercialmente del pubblico, a volte, se pensiamo a come riducono oggi i film spezzati sadicamente anche su Rai Movie e su Rai 5 oltre che bromurizzati grazie alla legge Mammì... A proposito di censura, per gli italiani in vacanza in Usa il canale è consigliabile anche perché trasmette 24 ore su 24, tra i tanti “classici”, film eccellenti mai arrivati sul nostro mercato soprattutto tra il 1948 e il 1962, perché considerati 'indigesti' dal Ccc (Centro cattolico cinematografico) e dai suoi bigotti e potenti inquisitori. Inoltre i film Turner, organizzati in cicli (i muti, “gli stranieri”, per esempio Edward Yang o Ettore Scola; i noir, i documentari (ho visto “Hearths and Minds” di Peter Davis che vinse l'oscar nel 1975, festeggiando la fine dell'aggressione Usa in Vietnam e nel sudest asiatico, visto che è una lucida requisitoria contro il razzismo anti-gialli), gli “omaggi” a Richard Brooks, Paul Newman, John Ford, Bela Lugosi...) sono presentati con molta cura, esattezza e stringatezza da un pool di storici e critici multiculturali, tra i quali un rampollo della famiglia Mankiewicz, Ben (i film politici e gli “scary movies”). E poi Eddie Muller (i noir), Jacquelini Stewart (gli stranieri), Alicia Malone (i doc e i muti), Dave Karger (le star).
Una sera della settimana è dedicata ai “silent movies”, e proprio su Tcm è stato programmato qualche giorno fa Mockery (Presa in giro), un film nordamerano molto originale per tematiche e forma (nonostante le stroncature critiche d'epoca) e poco conosciuto in Italia, mai proiettato neanche alle Giornate del cinema muto di Pordenone. Girato nel 1927 è ambientato poco dopo la Rivoluzione d'Ottobre, durante la guerra civile tra bianchi zaristi e rossi bolscevichi. Non in Ucraina (dove mandammo pure noi truppe anticomuniste, e prima del fascismo, per poi affiancare i nazisti e Bandera anche tra il 1941 e il 1943), ma in una non troppo immaginaria Siberia orientale. Anzi proprio a Novokurst dove, proprio in queste settimane un milione di ettari della foresta (uno dei personaggi principali della prima metà del film) sono stati devastati dalle fiamme.
E' vero che i rivoluzionari sono descritti in Mockery come plebe selvaggia piuttosto grossolana, maschi baffuti e barbuti e materialisti e inguaribili maniaci sessuali, pronti a vendicarsi rozzamente delle secolari sevizie zariste sulle nobildonne indifese, mentre sull'eleganza delle truppe bianche e sulla loro nobiltà d'animo non si discute. Ma la “plebe selvaggia che insorge”, dai sanculotti in poi, quando mai e da chi viene descritta con garbo, simpatia e attenzione, cinema sovietico degli anni Venti a parte? Persino Wajda in Dantonne ha repulsione. Forse il melodramma non offrirà un'immagine autentica della rivoluzione in erba, come scrisse Photoplay.
Però chi viene colpito con maggiore ferocia dal film, quasi si fosse in sintonia con le fazioni trotskiste del Partito comunista sovietico in epoca post-Nep, è il “partito degli industriali”, simbolizzado da un profittatore di guerra Vladimir Gaidaroff, un borghese grasso, viscido, immondo e satollo. Il vero nemico insomma resta il capitalismo. E per un film hollywoodiano non è poco. Inoltre, come omaggio a Eisenstein, in un rapido montage dedicato agli agit prop che aizzano l'Armata rossa alla soluzione finale, ecco le Clare Zetkin a guidare le masse. Donne scatenate. Ma.
Mockery è stato prodotto dalla major hollywoodiana Mgm. L'anticomunismo però non è accentuato come ci si aspetterebbe negli anni della “caccia ai rossi”. Per la Mgm, studio piuttosto conservatore, però, il film in effetti fu prodotto da un tedesco non qualunque: Erich Pommer (1889-1966), già responsabile per l'Ufa tedesca dei capolavori di Murnau L'ultima risata (1922) e Faust (1926) e di Fritz Lang, Metropolis (1927). Dopo aver lasciato la Germania per dissidi amministrativi, Pommer(foto sotto) supervisionò per la Famous Players-Lasky Corporation (poi Paramount) due film di Pola Negri. Dal gennaio al novembre del 1927 passò alla Mgm, prima di tornare alla UFA, definitivamente abbandonata solo dopo che Hitler salì al potere. L'argomento “Lenin” è sempre stato piuttosto delicato e in quel decennio si preferì evitarlo a Hollywood. Ecco il perché di un titolo così poco epico, anzi piuttosto sarcastico, che invita lo spettatore a concentrarsi su una ossessione privata, su una eccentrica passione folle d'amore, piuttosto che sullo scontro di classe che “sconvolse il mondo”. Sono le vittime, anche incolpevoli, degli eventi, non i soggetti attivi ma chi è ai bordi della Storia, i veri “eroi” di Mockery. In questo senso il film moderno che più ricorda Mockery, anche per la presenza, da protagonista, di un giovane alto ufficiale dell'Armata bianca, è quel capolavoro di ambiguità di Triplo agente – agente speciale, penultimo Rohmer (2004).
Il titolo originale di Presa in giro era il più serioso e ideologico Terrore. Ma fu successivamente modificato da Joseph Farnham (foto sotto), uno degli sceneggiatori della major, chiamati a tutelare l'ortodossia politica del progetto. Anche se non si era ancora costretti a rispettare le rigide regole del codice Hays di autocensura.
Pommer chiamò alla direzione il danese Benjamin Christensen (foto sotto), un regista eretico e fuori norma, autore in patria del cult movie muto, a lungo censurato in tutto il mondo, il documentario romanzato e fantasy “Haxan”, ovvero La stregoneria attraverso i secoli, sulla pesante interferenza del diavolo e delle streghe sulle nostre vite, dal Medioevo ai giorni nostri: individui di tutte le età, tra cui molte figure religiose, vivono in febbrile abbandono sotto l'influenza del diavolo... È l'opera per cui Christensen è ricordato. Qui è alla seconda firma americana dopo un debutto di successo, Devil's Circus (1926) con Norma Shearer e Charles Emmett Mack. Iniziato nel 1926 ma terminato nel 1929 è Mysterious Island, un film di fantascienza con Lionel Barrymore, ritardato a causa di problemi tecnici e per l'aggiunta di sequenze, e alla fine non accreditato a Christensen che abbandono Mgm e girò 4 film a basso budget con First National Pictures , tra i quali il thriller dark house Seven Footprints to Satan(1929), prima di rientrare in patria.
Per protagonista di Mockery il regista danese scelse un divo del muto, “l'uomo dai mille volti”, Lon Chaney, che nel 1927 interpretò altri 4 hit Mgm: Tell It To the Marines (è il burbero sergente dei marines), Mr. Wu (un vendicativo mandarino cinese), London After Midnight (l'ispettore di Scotland Yard travestito da vampiro) e The Unknow di Tod Browing: è il lanciatore di coltelli del circo che per conquistare la donna che ama follemente non esita a farsi tagliare le braccia, perché lei ha il terrore di essere toccata da mani virili. Fu sotto contratto da Louis B. Mayer tra il 1924 e il 1930, quando è morto a 47 anni.
Qui invece Chaney è il meno grottesco, spaventoso e repellente del solito, ma il più pulcioso Sergej, un contadino siberiano brutto, affamato, lento nel pensare, con il labbro leporino che però aiuta candidamente Tatiana Alexandrovna, bella, irresistibile e altezzosa contessa zarista (interpretata da Barbara Bedford, nella foto sotto) in missione spionistica e camuffata da contadina, a sopravvivere (almeno provvisoriamente) alla, per lei sciagurata, congiuntura. Le permette, a costo della vita, e subendo pestaggi e frustate immeritate, di attraversare un bosco pullulante di rivoluzionari feroci, e di sfuggire al “terrore rosso” fingendosi il marito della donna, entrando però via via in uno psicotico delirio di potenza: se la rivoluzione promette di rendere uguali aristocratici colti e profumati ed ex schiavi puzzolenti, perché Tatiana, che pure gli è grata, continua a trattarlo dall'alto in basso, invece di accettare se non il suo amore, almeno la sua amicizia tra pari?
Chaney era adorato dal pubblico, maschile e femminile, proprio perché rendeva i suoi potenti personaggi, anche se in genere spaventosi e repellenti, sinceramente, ardentemente, romanticamente (ma inutilmente) innamorati di irraggiungibili belle eroine che gli preferivano però bellezze ordinarie e sex appeal canonici come, in questo caso, il bel tenente zarista Dimitri (Ricardo Cortez, nella foto)).
Insomma Sergei, sobillato da Ivan, il cuoco comunista di Novokursk, dove la coppia si è alla fine rifugiata (nella sontuosa dimora dei Gaidaroff, il profittatore di guerra, l'attore Mack Swain, e sua moglie) pretende il suo momento di gloria e, in nome dei principi d'Ottobre, vuole anche lui, come Dimitri, baciare “sua moglie” Tatiana. Il suo inseguimento mentre lei fugge terrorizzata è il momento clou del film. Lui espia questo comportamento morendo per proteggerla. La rivoluzione fa impazzire, promette potere a chi non sa cosa sia e non sa gestirlo. Bolscevichi a parte. O meglio, Lenin.
Variety sentenziò: “Lon Chaney viene sottoposto a una routine di smorfie orribili, ma anche questo suo lavoro è un fiasco, poiché riesce a malapena a raggiungere il feroce potere di caratterizzazione facciale che è spesso riuscito a trasmettere in altre produzioni... ". La rivista Photoplay non è d?accordo: “Questa star è l'unica che può interpretare dei gentiluomini stupidi senza sex appeal e suonare comunque il gong al botteghino”. Però il più prestigioso New York Times parla di una recitazione ma soprattutto di una narrazione “goffa, ottusa e, nel complesso, poco convincente”. Lo scrive Mordaunt Hall il 28 agosto 1927 nell'articolo “La presa in giro di Chaney è roba da poco”. E' proprio il lavoro di regia di Christensen (nello foto sotto sul set con Chaney), indocile al format hollywoodiano e che anzi “prende in giro” chi è ossessionato dal controllo etico-politico sul plot, disinteressandosi dello stile, e il suo è pure libertario. Questo irritò il critico ordinario che parlò di “amatorialità dello sviluppo”.
La sceneggiatura è di gruppo: oltre a Farnham, Bradley King, Benjamin Christensen e Stig Esbern, da un cui romanzo tutto è partito. Le scenografie sono di Cedric Gibbons e del russo-polacco Alexander Toluboff. Terza star, il divo 'latino' dell'epoca, Ricardo Cortez, una sorta di Rodolfo Valentino o di Ramon Novarro, che in realtà era il poco ispanico Jacob Krantz, attore austriaco della diaspora ebraica. Suo fratello Stanley Cortez, grande direttore della fotografia, lavorerà con Orson Welles in L'orgoglio degli Amberson.
Mockery fu girato tra il 19 maggio 1927 e il 27 giugno 1927, costò 187.000 dollari e incassò 751.000 dollari in tutto il mondo. Non proprio un fiasco, anche se Chaney aveva abituato a profitti stellari. Ma sparì presto dalla circolazione prima di essere miracolosamente ritrovato alla fine degli anni 70.

sabato 12 ottobre 2024

Presidenziali Usa 2024. Cosa c'entra Curtis Bernhardt con Kamala Harris?

Da Betty Boop a Sean Young. Tutte le “prime presidenti donna” elette da Hollywood
Roberto Silvestri
"La maggior parte delle donne che sono arrivate alla Casa Bianca di Hollywood non hanno vinto le elezione ma sono arrivate ai vertici indirettamente", scrive Lilly J. Goren in "Women and the White House: Gender, Popular Culture, and Presidential Politics". Molte donne presidenti immaginarie ottengono il loro ruolo tramite la morte o le dimissioni di presidenti uomini. Da questo punto di vista Kamala Harris, che si scontra con Trump nel prossimo novembre, potrà vincere solo grazie alla "rinuncia" di Joe Biden. Vincitrice delle primarie Hillary, infatti, fu sconfitta. come nei format hollywoodiani. Da oltre un secolo l'elezione di una donna, politicamente progressista o reazionaria, alla presidenza degli Stati Uniti è stata comunque preparata e immaginata dal cinema. Meticolosissimo e impressionante è l'elenco che troverete su Wikipedia dei film (e non solo di fantascienza), delle serie, delle sitcom e dei cartoon (I Simpson prima di tutti) che prefigurano, da Betty Bop a Geena Davis, il paese guidato dal sesso che ha dovuto lottare a lungo e aspramente per la conquista della parità economica, giuridica e simbolica. E non lo ha mai dimenticato.
Riporto l'elenco quasi integralmente qui sotto. Se sarà proprio Kamala Harris a rompere questo tabù, un magistrato ma anche una donna modello di fusion culturale perfetto tra India, West Indies nere giamaicane e occidente, ecco che già i contropoteri sono all'erta. Nella Corte suprema odierna, molto deformata da Trump, ben sei giudici sono espressione dell'Opus Dei, cioè del fondamentalismo cattolico anti abortista. Già un grande presidente democratico del passato, F.D. Roosevelt, trovò nella Corte Suprema blocca-riforme un implacabile muro a difesa degli interessi del grande Capitale.
Sarà bene dunque fare un passo indietro e tornare agli anni trenta e quaranta del New Deal e delle lotte anti naziste, visto che il duo Trump-Vance al suprematismo populista si ispira platealmente, per vedere quanti passi in avanti si sono fatti, dalle suffragette alle agip prop anarco-comuniste e alle femministe anni 70, per rompere il più patriarcale dei tabù. Non sono bastati infatti a Hillary Clinton 3 milioni di voti in più 8 anni fa. Paradosso delle democrazie liberali. Un cineasta chiave di questo percorso è Curtis Bernhadt.
Curtis Bernhardt e la sua importanza nell'evoluzione della civiltà
Il cineasta hollywoodiano di origine tedesca Curtis Bernhardt (1899-1981) fuggì dalla Germania nazista come tanti altri artisti e non artisti. Ebreo, vero nome quasi uguale (Kurt Bernhardt), attore di teatro poi passato alla regia, Bernhardt aveva firmato alcuni film in patria prima di fuggire in Francia, nel 1933, e poi negli Stati Uniti. E' però piuttosto sorprendente che il futuro ministro della cultura del III Reich, Joseph Goebbels, nell'indicare i modelli ideali per un cinema squisitamente ariano aveva elencato: 'La corazzata Potemkin' di Eisenstein (solo per la potenza estetica, non per il messaggio politico), “Metropolis” di Lang e ben due film di Kurt Bernhardt,”Der Rebell” (1932) con Luis Trenker, sulla resistenza tirolese a Napoleone (e sul risentimento tedesco anti francese dopo Versailles) E "Der tunnel" (1933), fantascientifica allegoria pacifista sulla costruzione di un tunnel atlantico che univa l'America all'Europa. Dunque almeno tre film diretti da ebrei sono alla base del puro canone cinematografico nazista (da cui la nota ostilità anti fascista di Paolo Villaggio verso il super classico sovietico?)
Tra i film di Bernhardt (anche sceneggiatore e produttore) più famosi ricordiamo “Nebbie”, “Lord Brummel”, “L'anima in delirio”, “Sirocco” (in Italia “Damasco 25”, 1951) con Humphrey Bogart e “Miss Sadie Thomson” (ovvero “Pioggia”, 1953) con Rita Hayworth. Meno conosciuto e forse mai uscito in Italia è invece “High Wall” (1947), un noir con Robert Taylor, ex pilota di caccia bombardiere, affetto da sindrome bellica post-traumatica e da una forma grave di amnesia, convinto, a torto, di aver strangolato la moglie diventata in sua assenza l'amante del capoufficio (il vero assassino). “Morboso e socialmente cinico” fu definito il film dal New York Times che ne sconsigliò la visione ai sani di mente, mentre altri critici ironizzarono sui nuovi ritrovati dello neuropsichiatria come la “macchina della verità” risolvi-tutto. Erano numerosi i film sui casi di amnesia post-bellica. Tra i più conosciuti Spellbound (1945) di Hitchcock, Random Harvest (1942) di Mervyn LeRoy, Street of Chance (1942) di Jack Hively o Singapore (1947) di John Brahm . Probabilmente il film non arrivò in Italia perché uno dei due sceneggiatori, Lester Cole, aveva scontato 10 mesi di carcere per aver ammesso di essere iscritto al partito comunista durante la caccia alle streghe maccartista e di non essersi affatto pentito. E la Mgm lo aveva inserito nelle liste nere degli avvelenatori di immaginario, e dunque licenziato, alla faccia della meritocrazia.
“Una donna presidente? Non sarebbe divertente”
Ma è l'ultimo film di Bernhardt quello che oggi, in clima elettorale Kamala Harris-Donald Trump, va ricordato per la sua profetica attualità. ”Kisses for President” con Fred MacMurray è infatti una commedia di clima kennediano del 1964 con al centro il primo presidente donna degli Stati Uniti e l'imbarazzante e inedito ruolo che deve assumere il 'first man' al suo fianco. Ma Polly Bergen, nella foto quisopra, che interpreta Leslie McCloud, dovrà inevitabilmente dimettersi dalla carica perché incinta. Il critico del New York Times, Bosley Crowther, stroncò il film, commentando: "...Tutto quello che si può dire è che speriamo che la prima donna a diventare Presidente porti con sé un marito più divertente del signor MacMurray e un team di sceneggiatori più fantasiosi del signor Binyon e del signor Kane." Ha anche criticato Bernhardt per aver "una visione negativa della prospettiva di una donna come Presidente. Non sarebbe divertente! Questo è ciò che dice il suo film". Uno dei motivi di nervosismo nel clan Tramp non scaturirà per caso dal carattere così allegro e divertito, “giamaicano” di Kamala che appare sempre anche troppo ridanciana davanti alle telecamere, forse per far dimenticare il cipiglio da professoressa di Hillary (nonostante il nome).
Ma “Kisses for President” che in Italia fu storpiato artatamente nel titolo (Ho sosato 40 milioni di donne) non è il primo film nordamericano che ipotizzi rivoluzioni “femministe” a venire. La fantascienza del periodo muto apre già all'ipotesi "scandalosa"
Proprio 100 anni fa un film di fantascienza ha immaginato per primo una donna al vertice del paese, ma solo per colpa di una epidemia, la “masculitis” (siamo in epoca post spagnola) che ha sterminato tutti i maschi del pianeta. E' L'ultimo uomo sulla Terra di John G. Blystone, ambientato in un avveniristico 1940. Da non confondere con il distopico film di Ubaldo Ragona del 1964 che ha lo stesso titolo. Nel cortometraggio animato del 1932 di Dave Fleischer e Seymour Kneitel Betty Boop for President Betty Boop (doppiata da Mae Questel) si candida e vince la presidenza degli Stati Uniti, parallelamente all'ingresso di Eleonor Roosevelt alla Casa Bianca, prima first Lady di grande peso politico. Nel cortometraggio animato del 1948 Olivia for President la compagna di Braccio di Ferro (sempre doppiata da Mae Questel) vince le presidenziali promettendo totale esenzione fiscale solo agli uomini sposati, anche per costringere il suo eterno fidanzato a farle finalmente l'attesa proposta di matrimonio (ma è tutto un sogno....).
Nel demenziale film di fantascienza anti comunista tratto da un romanzo di Robert A. Heinlein, Project Moonbase (1953) di Richard Talmadge, c'è un sabotatore rosso che cerca di distruggere la prima stazione spaziale orbitante. Ma Ernestine Barrier, prima presidentessa degli Stati Uniti, salva il mondo libero. Nella commedia del 1964 Baci per il mio presidente Polly Bergen interpreta Leslie McCloud, la prima donna presidente degli Stati Uniti, e pure lei alla fine rimane incinta e si dimette. Gli anni 70 non hanno bisogno di compensi e consolazioni d'immaginario perchè nei campus di tutto il mondo si sbriciolano le gerarchie sessuali. Per esempio Angela Davis è “il presidente” virtuale del 68 e dintorni americano.
Gli anni 80
Nella sitcom ABC del 1985 "Hail to the Chief" Patty Duke (foto sotto) interpreta la prima presidente donna degli Stati Uniti. Anche qui ci si concentra sul tentativo della presidentessa Julia Mansfield di bilanciare la sua carriera politica con la buona gestione della famiglia. Nel film satirico britannico del 1986 "Whoops Apocalypse" Loretta Swit interpreta Barbara Adams, la prima donna presidente degli Stati Uniti. Nella farsa australiana anti-araba "Les Patterson Saves the World" (1987) di George Miller!943-2023), regista australiano di origine scozzese, omonimo del creatore della saga Mad Max, l'attrice newyorchese Joan Rivers (nella foto sopre) è il presidente degli Stati Uniti. In "Ritorno al futuro - Parte II" (1989) su USA Today del 2015, si legge: "La presidente è stanca dei giornalisti che pongono sempre le stesse domande".
Gli anni 90 tifano Chelsea Clinton
Il film tv del 1990 "Hitler's Daughter" di James A. Conter ha come presidente Usa una donna che è la figlia (fittizia) di Adolf Hitler (l'attrice Melody Anderson, foto sotto)). Nella serie televisiva "Clarissa Explains It Al"l (1991-1994), il personaggio del titolo, interpretato da Melissa Joan Hart, immagina ripetutamente che la figlia di Hillary e George Clinton,Chelsea Clinton (foto sopra) diventare Presidente degli Stati Uniti. Nell'episodio pilota della serie TV del 1992 "X-Men", viene mostrata brevemente una presidentessa degli Stati Uniti.
Nell'episodio del 1995 "Il sesso debole" della serie Sliders, Teresa Barnwell interpreta Hillary Clinton come presidente Usa in un universo alternativo in cui le donne sono al comando. Nel film televisivo del 1996 "Special Report: Journey to Mars", Verso la fine di" Mars Attacks!" il film di fantascienza del 1996 diretto da Tim Burton, la Prima Famiglia e gran parte del governo vengono uccisi in un attacco alieno, lasciando la Prima Figlia Taffy Dale ( Nathalie Portman) come Presidente. Elizabeth Wilson interpreta la presidentessa Elizabeth Richardson, il cui sostegno a una missione su Marte la fa rieleggere. La missione viene sabotata, causando una crisi. Nella commedia del 1998 "Mafia!", Christina Applegate (foto sotto) interpreta il presidente degli Stati Uniti Diane Steen parodiando il personaggio di Diane Keaton nella saga Il Padrino, e lei quasi riesce a raggiungere la pace nel mondo non fosse per il fidanzato, un mafioso. In "Zenon: Girl of the 21st Century", 1999, regia di Kenneth Johnson, della Disney Channel ambientato nel 2049, Chelsea Clinton è il presidente degli Stati Uniti.
Siamo nel 2000! Oprah Winfrey, Geena Davis, Anjelica Huston, Linda Hamilton e Malia Obama for President!
Alla fine del tv movie del 2000 Chain of Command, di John Terlesky, con Roy Scheider, si lascia intendere che la vicepresidente Gloria Valdez, interpretata da María Conchita Alonso, sia diventata presidente. Nell'episodio del 2000 "The Election" della serie animata per bambini della PBS Arthur, di Cathy Waugh e Marc Brown, il personaggio Mary Alice 'Muffy' Crosswire (doppiata da Melissa Altro) viene mostrata come futura presidente. Nella serie televisiva di fantascienza ambientata a Los Angeles, Century City di Ed Zuckermann (CBS, 2004) Oprah Winfrey è in un non troppo lontano futuro (2030) la presidentessa degli Stati Uniti.
Verso la fine di Thunderbirds film diretto nel 2004 da Jonathan Frakes, Bill Paxton (nel ruolo di Jeff Tracy) risponde a una telefonata da una certa "Signora Presidente". La serie tv ABC del 2005-2006 Commander in Chief di Rod Lurie si è concentrata sull'amministrazione fittizia e sulla famiglia di Mackenzie Allen (interpretata da Geena Davis), la prima donna presidente degli Stati Uniti, che sale alla carica dalla vicepresidenza dopo la morte del presidente in carica a causa di un improvviso aneurisma cerebrale.
Nella serie FOX Prison Break del 2005-2009, Patricia Wettig (foto sopra) interpreta la vicepresidente Caroline Reynolds, che diventa presidente degli Stati Uniti dopo aver organizzato l'assassinio dell'ex presidente. Nel film del 2006 High School Musical 3: Senior Year, Taylor McKessie (l'attrice african american Monique Coleman nella foto sotto)) aspira a diventare presidente degli Stati Uniti, mentre Taylor McKessie frequenterà la Yale University e studierà scienze politiche (con l'obiettivo di diventare presidente degli Stati Uniti).
Nella miniserie francese del 2006 L'État de Grace, Peggy Frankston interpreta Hillary Clinton, presidente degli Stati Uniti in due episodi. Anjelica Huston è presidente in Covert One: The Hades Factor, una miniserie in due parti trasmessa sulla CBS nell'aprile 2006. Un adattamento del 2006 della BBC Four del racconto Random Quest di John Wyndham descrive il personaggio principale che viene risucchiato in una realtà alternativa in cui Condoleezza Rice è presidente degli Stati Uniti. In Life on Mars serie ABC del 2008-2009 (remake della serie omonima della BBC), viene accennato che Malia Obama, figlia dell'allora candidato Barack Obama, e attualmente cineasta, sarà presidente nel 2035 (foto sotto). Nella miniserie del 2008 XIII: The Conspiracy, Mimi Kuzyk ha interpretato Sally Sheridan, la prima presidente donna degli Stati Uniti, che viene assassinata in una cospirazione.
Nella serie televisiva del 2012 XIII: The Series, Ingrid Kavelaars, interpreta la presidentessa Harriet Traymore nella seconda stagione, che vince le elezioni generali ma deve combattere il precedente presidente per il trasferimento del potere, poiché lui non vuole cedere. Vi dice qualcosa che accadrà? Nel film-video del 2010 Airline Disaster, di John Willis III, Meredith Baxter interpreta la presidentessa Harriet Franklin, costretta a negoziare con i terroristi dopo che hanno dirottato un aereo. Nella serie tv Homeland di Showtime, iniziata nel 2011, Elizabeth Marvel(foto sotto) interpreta la presidentessa degli Stati Uniti Elizabeth Keane. Eletta nel 2016, è stata oggetto di due tentativi di assassinio e di una campagna diffamatoria da parte di elementi canaglia del governo, dell'esercito e della comunità di intelligence degli Stati Uniti a causa delle sue politiche di limitazione dei poteri della CIA. A seguito di una campagna di disinformazione del GRU per seminare una crisi costituzionale negli Stati Uniti, Keane scagionata si dimette comunque per preservare la democrazia americana di fronte alla fiducia pubblica minata e alla profonda polarizzazione politica.
Bellamy Young interpreta Melody Margaret Grant, che diventa la prima donna presidente degli Stati Uniti dopo l'assassinio del presidente eletto Francisco Vargas la notte delle elezioni. Negli ultimi momenti dell'episodio finale, viene suggerito che anche Olivia Pope diventi presidente(entrambe nella foto).
Nel film finlandese-tedesco-australiano del 2012 di Timo Vuorensola Iron Sky, Stephanie Paul interpreta una presidentessa degli Stati Uniti in una parodia in stile Sarah Palin. Ha ripreso il suo ruolo nel sequel del 2019 Iron Sky: The Coming Race. Nella serie HBO Veep, dello scozzese Armando Iannucci (The death of Stalin), iniziata nel 2012, Julia Louis-Dreyfus (foto sotto) interpreta la vicepresidente Selina Meyer, che diventa il 45° presidente degli Stati Uniti dopo che il presidente in carica si è dimesso per prendersi cura della moglie malata di mente. Meyer è rieletta nel 2020 (anche se attraverso l'interferenza elettorale cinese e una serie di atti di compromesso alla convention negoziata dal suo partito). Al funerale di Meyer nel 2045, un ex presidente di successo per due mandati, Kemi Talbot (rivale progressista di Meyer durante le primarie del 2020), interpretato da Toks Olagundoye, pronuncia l'elogio funebre principale.
Nella miniserie in due parti Air Force One Is Down Linda Hamilton interpreta la presidentessa Harriet Rowntree, che viene rapita dall'Air Force One. Nella serie di Netflix "House of Cards", iniziata nel 2013 e conclusa nel 2018, Robin Wright (foto sotto) interpreta Claire Underwood, che diventa presidente degli Stati Uniti dopo le dimissioni del marito Frank Underwoodf (Kevin Spacey.
In Madam secretary serie del 2014-2019, Téa Leoni è Elizabeth McCord, che nell'ultima stagione si dimostra vincitrice delle elezioni presidenziali dopo un flash forward dalla stagione precedente. Nella serie televisiva NBC State of Affairs del 2014-2015, Alfre Woodard (foto sotto a destra)interpreta Constance Payton, la prima donna nera presidente degli Stati Uniti. Nel film per soli super eroi del 2015 Justice League: Gods and Monsters, di Zack Snyder, Penny Johnson Jerald interpreta la presidentessa degli Stati Uniti Amanda Waller in un universo alternativo non specificato.
Nel film d'animazione spagnolo del 2015 "Capture the Flag" di Enrique Gato c'è una presidentessa degli Stati Uniti ma soprattutto si prendono di mira le ambizioni autoritarie dei super plutocrati alla Musk e il caos scatenato dalle teorie cospirative e dall'incredulità delle storiche missioni sulla Luna. Il malvagio industriale Richard Carson progetta di conquistare la Luna dopo aver denunciato al pubblico la missione Apollo 11 della NASA come un falso. Ordina alla NASA di andare ancora una volta sulla Luna, prima di Carson, per salvare la bandiera storica piantata sulla Luna e mostrare la verità al mondo intero. Nella serie Supergirl, iniziata nel 2015, Lynda Carter(foto sotto) interpreta la presidentessa degli Stati Uniti Olivia Marsdin.
Nell'episodio del 2016 di Legends of Tomorrow dell'evento crossover dell'Arrowverse Invasion! Lucia Walters interpreta la presidentessa Susan Brayden in una linea temporale alternativa. Nella seconda stagione della serie televisiva Quantico della ABC, Marcia Cross interpreta Claire Haas, che diventa presidente degli Stati Uniti dopo le dimissioni del presidente. Nel film di fantascienza del 201 Independence Day: Rigenerazione, Sela Ward (foto sotto) interpreta Elizabeth Lanford, la 45a e prima donna presidente degli Stati Uniti, che è al suo primo mandato, succedendo a Thomas J. Whitmore, William Grey e Lucas Jacobs. Alla fine viene uccisa dalla regina aliena.
In uno sketch dell' episodio Inside Amy Schumer (2016) della serie Comedy Centra, Schumer interpreta la presidente degli Stati Uniti Schinton, che ha le mestruazioni il suo primo giorno da presidente e si comporta molto male a causa di ciò. Nel film del 2016 The Purge: Election Year, Elizabeth Mitchell interpreta il senatore Charlie Roan (foto sotto), che viene eletto presidente con l'intenzione di porre fine alla Purga annuale, dopo essere sopravvissuta a malapena alla notte. In The Forever Purge, è stata menzionata come se fosse in carica per due mandati, dopodiché la Purga viene rapidamente ripristinata.
Nella seconda stagione della serie svedese Modus del 2017, Kim Cattrall interpreta la presidentessa Helen Tyler, che scompare durante una visita di stato in Svezia. Nell'episodio del 2017 "21C" della serie Netflix Travelers, il team Traveler ha il compito di proteggere Anna Hamilton, una bambina del 2017 che in seguito diventerà il 53° Presidente degli Stati Uniti dopo un'elezione estremamente serrata. Grant MacLaren osserva che credeva che il 53° Presidente fosse "un altro vecchio bianco" prima che gli venisse detto che l'elezione di Hamilton è un effetto collaterale della linea temporale modificata. Nel film del 2018 An Acceptable Loss, Jamie Lee Curtis foto sotto) interpreta Rachel Burke, che sale alla presidenza dopo aver ordinato un lancio nucleare mentre era vicepresidente.
Nel film del 2018 Hunter Killer di Donovan Marsh, con Gary Oldman, Caroline Goodall interpreta la presidente degli Stati Uniti Ilene Dover. Jeannie Berlin è la presidentessa Cecily Burke nella serie televisiva del 2018 The First, che si concentra sulla prima missione umana su Marte. Nella terza stagione di For All Mankind Jodi Balfour impersona Ellen Wilson (nata Waverley), presidente repubblicana dal 1993 al 2001 in una linea temporale alternativa in cui l'Unione Sovietica è stata la prima nazione a mandare un uomo sulla Luna, il che si traduce in una corsa allo spazio accelerata. Prima di diventare presidente, Wilson era un'astronauta (una delle "Donne di Nixon", un gruppo di astronaute donne reclutate e addestrate in risposta all'Unione Sovietica), e una senatrice del Texas. Oltre a essere la prima presidente donna, Wilson è anche la prima presidente apertamente LGBTQ+, essendo stata costretta a dichiararsi lesbica verso la fine del primo mandato a causa dell'inchiesta su suo marito Larry. Ha vinto una sorprendente rielezione nel 1996, nonostante l'opposizione repubblicana, diventando così la prima persona apertamente LGBTQ+ ad essere eletta presidente. Tra i principali successi della sua presidenza figurano il lancio di missioni con equipaggio su Marte, la formazione della Mars-7 Alliance per supervisionare lo sviluppo della base di Happy Valley e la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nel film del 2019 Long Shot, di Jonathan Levine, l'intelligente, idealista e sofisticata Charlotte Field, interpretata da Charlize Theron, presta giuramento come prima presidente donna degli Stati Uniti.
2020 verso Kamala: Diane Lane, Uma Thurman, Sean Young....e Michelle Obama
Un episodio del 2020 della serie The Good Fight, intitolato "The Gang Deals with Alternate Reality", in una realtà alternativa Hillary Clinton ha sconfitto Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016 e ora è il 45° presidente degli Stati Uniti. Nella serie del 2020 Diary of a Future President, Gina Rodriguez interpreta la presidentessa Elena Cañero-Reed, una cubano-americana che racconta la sua giovinezza e il suo percorso verso la presidenza dopo aver trovato un vecchio diario. Il film del 2020 Superintelligence di Ben Falcone con Melissa MacCarthy, vede Jean Smart interpretare il presidente Monahan. Nell'episodio "The Rad Awesome Terrific Ray" della serie animata Solar Opposites di Hulu del 2020, l'ex First Lady Michelle Obama è presidente in una linea temporale alternativa.
Nel 2021, Netflix ha pubblicato la satira politica, Don't Look Up, in cui Meryl Streep interpreta il ruolo di una presidentessa mentre una cometa si avvicina alla Terra, garantendo la fine del mondo se non si interviene. Nella serie del 2021 Y: The Last Man Diane Lane interpreta Jennifer Brown, una deputata e presidente della Commissione Intelligence della Camera che è stata elevata a presidente dopo la morte di tutti i mammiferi con un cromosoma Y, ad eccezione di suo figlio Yorick.
Il film Netflix del 2022 Interceptor ha come presidente una donna interpretata da Zoe Carides.Nel film del 2023 di Amazon Prime Red, White & Royal Blue, Uma Thurman interpreta Ellen Claremont, l'attuale presidente in corsa per la rielezione e madre del protagonista, Alex Claremont-Diaz. È basato sul romanzo del 2019 Red, White & Royal Blue di Casey McQuiston.
Nella serie Netflix del 2023 The Night Agent, il presidente degli Stati Uniti non è un uomo come nel libro da cui è tratto, ma una donna, Michelle Travers, nella serie, interpretata dall'attrice canadese Kari Matchett. Nel film originale Tubi del 2023 DC Down, scritto e diretto da Geoff Meed, Sean Young è il presidente, intrappolato nella Casa Bianca dopo un devastante terremoto che ha distrutto Washington DC. Non manca un sinistro complotto per capitalizzare il disastro.