Roberto Silvestri
In questo nostro sud, ma
non solo, visto che Francia e Spagna chiedono aiuto, e il Vaticano si
sta dando molto da fare per accontentare tutti, sfornando
professionisti, accadono cose davvero sorprendenti e diaboliche, che
piacerebbero tanto a William Friedkin. Le ha scovate e riprese in un
paesino sperduto Federica Di Giacomo in Libera nos, concepito
e sceneggiato con un cultore dell'horror come Andrea Zvetkov
Sanguigni, e con l'aiuto di immagini che non sono state realizzate al
computer, come si potrebbe pensare, e lo testimoniano gli operatori
dai nervi d'acciaio, Greta De Lazzaris e Carlo Sisalli. Si tratta
delle sedute esorcistiche di padre Cataldo, uno dei venti preti
guaritori dell'isola siciliana, che ha molto successo nella sua parrocchia, e
ha molti pazienti e fan, di ogni sesso ed età, non necessariamente
credenti, come un ragazzo ateo mezzo skin e mezzo punk che non riesce
a trovare pace. Persone che fanno lunghe file di ore e a volte di
giorni, in parrocchia, perché pensano di essere posseduti dal
demonio e che solo Cataldo lo potrà cacciare dal loro corpo malato.
Le crisi arrivano improvvisamente all'interno di una calma normalità.
Ma è proprio quella calma normalità il problema. Emergono conflitti
sessuali e familiari di impressionante gravità. E impressionanti
sono le riprese. Gli occhi si sbiancano davvero, le convulsioni sono
autentiche. Le bestemmie fioccano ogni volta che il sacerdote tira
fuori il crocifisso o lancia le liberatorie frasi magiche in latino
contro il Satanasso. La voce cambia come se ognuno avesse un
microfono alla Carmelo Bene dentro la carotide. Un vero grande
spettacolo della disperazione e della vibrazione muscolare quasi
rock, anche se un po' troppo “di maniera”. Tutti infatti dicono
le stesse cose, hanno gli stessi spasmi e si comportano e guariscono
nello stesso modo. E il prete, anziano, che la sa lunga, è sempre
troppo calmo, quasi sorridente, rilassato, non assume per niente il
ruolo di combattente feroce che rischia qualcosa nel duello
mefistofelico. Sarà la fede incrollabile. Ma è come se fosse
routine. Lavoro quotidiano. Impeigatizio. Che ci vuole a tirare via un diavoletto
da un corpicino di una bella adolescente bionda magari un po' troppo
repressa sessualmente a casa? Anzi: meno male che c'è quell'intruso lì dentro.
La cosa sembra dargli una certa soddisfazione “professionale”,
come una conferma di identità. Infatti tutti questi pazienti
esprimono il loro malessere psichico secondo modalità linguistiche e
comportamentali così “aliene” che gli psichiatri non ritengono
più il caso di loro competenza. Friedkin, in realtà, ha avuto tempo
fa il permesso di riprendere, proprio nella città del Vaticano,
alcune sedute esorcistiche di serie A perché il suo film
era tanto piaciuto alle autorità cattoliche. E confermeranno
sicuramente, le riprese di Friedkin, quando le vedremo, la veridicità
di queste sedute shocking. Che affidano ai sacerdoti quello che il
nostro servizio sanitario locali non sanno e non possono garantire.
Almeno non ancora. Se le società nordico-protestanti non sono
affette dagli stessi problemi di possessione forse dipende dalla
minore repressione sessuale in famiglia e fuori, dal minore controllo
della famiglia patriarcale, dalla sessuofobia meno malata e perversa,
che distrugge ogni prospettiva di felicità, dei connazionali. Non a caso Alberto Sordi che la sapeva
lunga intitolò il suo film in Svezia, un italiano nel paradiso dei
sensi, proprio “Il diavolo”.
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