Mariuccia Ciotta
Cannes
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James Franco |
“Ci vogliono due persone per fare un
uomo, ma ne basta una per morire”, William Faulker ispira
James
Franco, attore-regista, per
As I Lay Dying (Un Certain
regard), tratto dall'omonimo romanzo. Lo ispira fin troppo. Un eterno
split screen raddoppia l'immagine... ce ne vogliono due di schermi
per fare un film? Molto arty la traduzione di Faulkner ad opera
dell'interprete di
Spiderman passato davanti alla macchina da
presa con diversi film selezionati dai grandi festival come
Sal,
biografia di Sal Mineo, presentato alla Mostra di Venezia 2011.
La sfida è alta, i paesaggi si
decompongono in una brezza verdastra lungo la strada verso l'ultima
dimora di Addie Bundren, madre di Cash, Darl (James Franco), Jewel,
l'adolescente Dewey Dell e il bambino Vardaman, tutti afflitti da
sensi di colpa, compreso il padre Anse (Tim Blake Nelson). “Mentre
io agonizzo”, i vivi si tormentano e sprofondano nelle acque del
Mississippi, la cassa della defunta galleggia sul fiume tempestoso,
gli avvoltoi pronti a cibarsi del suo corpo. Non più campo e
controcampo, ma chi vede e chi è visto allo specchio, metafora
del dentro/fuori umano, secondo James Franco, anche co-autore della
sceneggiatura (insieme a Matt Rager) che sperimenta liberamente sul
testo di Faulkner e accompagna l'autodistruzione del profondo sud con
questo “trucco” alla lunga estenuante, anche se la poesia fuori
campo non manca di toccare ogni tanto le due “pagine” del film.
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Ahna O'Reilly |
Fuori concorso,
Blind detective
di
Johnnie To, regista di Hong Kong dalla filmografia sterminata,
capace di trasgredire dalla serie di gangster movies acrobatici per
approdare a titoli eccentrici come
Life without principle,
sulle malefatte globalizzate delle banche. Autore di serie
televisive, To può girare magistralmente anche con la mano
sinistra alla velocità delle sue famose pallottole, ed è
il caso di questa farsa poliziesca, protagonista un detective cieco
interpretato dal divo Andy Lau che gigioneggia a base di pranzi
goduriosi alle “quattro delizie” mentre annusa il criminale di
turno. Un inizio folgorante, comico, immerso in cromatismi pop,
dietro il detective che fa volteggiare il suo bastone snodabile e
insegue al supermercato un grassone piangente, la moglie lo tradisce,
deciso a procurarsi un flacone di acido da versare sui passanti, una
volta raggiunta la terrazza dell'edificio. L'aiuterà nelle sue
investigazione al buio una poliziotta adorante e atletica alla
ricerca di una amica scomparsa misteriosamente anni prima. E come
Robbe Grillet in
Transeuropa express, Johnny To si diverte a
cambiare la sceneggiatura a colpi di film nel film, la scena di un
delitto sarà recitata dal vivo e mentalmente in flash-back dai
due segugi, così vedremo versioni multiple dell'azione in
bianco e nero. L'idea del detective super-ipo-dotato è al
centro di molti film tv, e appartiene anche al ciclo Zatoichi, il
giustiziere cieco, campione di arti marziali.
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Andy Lau |
Il gioco si evolve in
una frenesia grottesca di bravate, colpi di scena, abbuffate,
inseguimenti che si avvitano nel repertorio, anche se i fantasmi
delle vittime, ragazzine sequestrate e uccise, vaganti per le strade
buie e piovose, compagne di strada di Andy Lau, sono presenze
terribili e commuoventi. Nel sottotesto, sembra che To non rinunci
alla sua potenza di fuoco contro una Hong Kong di serial-killer.
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