venerdì 13 maggio 2016
Cannes 69 Fai bei sogni, da Gramellini, inaugura la Quinzaine
CANNES
di Mariuccia Ciotta
Inaugurazione della Quinzaine des realisateur riservata a Marco Bellocchio con Fai bei sogni, risarcimento (forse) per l'esclusione dal concorso (“no comment” del regista). I flash indimenticabili del film, tratto dal best-seller di Massimo Gramellini, sono il primo piano fantasmatico di Piera degli Esposti, quasi un'apparizione da Belfagor (ossessivo leit-motiv del protagonista), l'incontro con l'ardente Fabrizio Gifuni nella parte di Raul Gardini e le fuggevoli apparizioni di Roberto Di Francesco e Roberto Herlitzka.
Certo, Valerio Mastrandrea nella parte di Massimo (Gramellini) riesce perfino a far dimenticare la sua cadenza romana, essendo nato nella Torino degli anni '60, ma il regista di I pugni in tasca lo obbliga a un percorso accidentato, ballare un selvaggio twist, farsi largo tra i morti di Sarajevo, cadere in crisi di panico, scrivere lacrimevoli risposte al lettore.
Fai bei sogni racconta la storia di una madre (Barbara Ronchi) morta misteriosamente e di un bambino di 9 anni (Nicolò Cabras) che rifiuta la perdita. Indiscutibilmente il Bellocchio-touch si sente ed è un godimento di memoria cinematografica, tagli di inquadratura, luci, digressioni, dettagli. Ma l'essenza drammatica e anche sarcastica del film è infestata dalle giravolte narrative del libro autobiografico. E' lontano Sangue del mio sangue (2015).
Alla fine grandi applausi per il regista e la troupe circondati dall'entusiasmo del pubblico.
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