Mariuccia
Ciotta
In sala anche in Italia uno dei più amorevoli e comici poemi sulle babele periferiche, in tempi di
“mostri della porta accanto”, Asphalte del francese Samuel Benchetrit,
scrittore, attore, pittore, regista, padre ebreo marocchino.
Proveniente dal
“Certain regard” di Cannes 2015, il titolo italiano, Il condominio dei cuori
infranti, rimanda ai testi autobiografici dell'autore, Les Chroniques de
l'asphalte, e sfoggia un bel cast, Isabelle Huppert, Valeria Bruni Tedeschi
e l'americano Michael Pitt (Dreamers di Bertolucci).
Pennellate
stralunate, quadretti di vita in una banlieue parigina... palazzone scrostato,
immigrati, qualche strafatto, e molti fiori (umani) che spuntano nelle crepe
del condominio. Esilarante nelle scenette che si susseguono, surreali e commuoventi.
L'uomo
corpulento, capelli arruffati, che non vuol pagare l'ascensore nuovo, tanto
abita al primo piano, e finirà in carrozzella per stress da cyclette (svenuto,
arriva a 100 km), costretto a uscire solo di notte (gli è vietato usare
l'ascensore) e a procurarsi sacchetti di patatine fritte all'ospedale, dove
incontra l'infermiera Valeria Bruni Tedeschi, per cui si inventerà un'altra
vita.
L'adolescente angelico (Jules Benchetrit) e
solo che consola l'ex diva sul viale del tramonto (Huppert) finita nel
caseggiato periferico. E la signora araba che si vedrà piombare dal cielo
l'astronauta John Mc Kenzie (Pitt), precipitato con la sua navetta sul tetto
dell'edifico, una specie di Buzz Lightyear con tuta bianca, casco e
respiratore. “Una donna araba? Sei stato sequestrato?” gli chiedono apprensivi
dalla Nasa.
Ma John Mc Kenzie, che ha avuto in prestito una maglietta
dell'Inter (del figlio in carcere) dall'accogliente signora neanche tanto
sorpresa dall'uomo venuto dal cielo se la passerà bene a piatti di couscous nel
più bell'incontro tra alieni che si sia mai visto.
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