Anna Balestrieri in "Con il fiato sospeso" |
La ricerca in Italia non solo non è aiutata, ma è addirittura condannata a morte. Dopo la prima alla "Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia" (fuori concorso) "Con il fiato sospeso" il mediometraggio di Costanza Quatriglio, con Alba Rorhwacher, sarà trasmesso su Rai Tre questa sera, martedì 7 gennaio, alle 23.20. E' vero, l'orario è incongruo. Sono ancora intossicati dall'Auditel i programmisti Rai. Ma si vogliono disintossicare. Perché il film proprio di inquinamento e crimini ambientali, chimici e farmaceutici tratta.
Nel dicembre 2008 la magistratura ordinò la chiusura dei laboratori di chimica alla facoltà di farmacia dell'università di Catania, dopo il ritrovamento del memoriale del dottorando Emanuele Patané, morto di tumore al polmone nel 2003. Nel diario il ventinovenne denunciava, tra l'altro, le condizioni insalubri dei locali, non idonei alla ricerca scientifica.
Un processo tuttora in atto vede imputati i vertici della facoltà per inquinamento e discarica non autorizzata. Vincitore del premio "Gillo Pontecorvo - Arcobaleno Latino", il film è il frutto di una lunga documentazione che mette in luce l'obsolescenza di strutture preposte alla ricerca oltre all'amara constatazione della ricattabilità in cui spesso vivono gli studenti universitari.
Mariuccia Ciotta
Scie
verdastre fuori fuoco, geroglifico di filamenti, liquame cangiante
che invade lo schermo, Con
il fiato sospeso
entra nella “bolla” infetta di un film di fantascienza, quel
genere sui mostri cresciuti nei fiumi inquinati dall'industria
farmaceutica. Ma i 35' di Costanza
Quatriglio (L'isola,
il mondo addosso, Terramatta)
non parlano dei piranha mutanti di Joe Dante né degli esperimenti
del Dottor Moreau, lo schermo si corrode nell'acido di immagini
uscite dalla realtà, la storia di Emanuele Patanè, giovane
dottorando alla facoltà di farmacia, università di Catania, morto
di cancro ai polmoni nel 2003, contaminato dai vapori tossici del
laboratorio.
Quatriglio
vede attraverso il vetrino del microscopio, filtra i fotogrammi negli
alambicchi e nelle fiale - effetto acquario con i volti distorti
degli studenti - e punta l'obiettivo sul primissimo piano di Alba
Rohrwacher, quasi una sensitiva in collegamento con l'aldilà. I
suoi occhi ci guardano oltre la cortina dell'obiettivo e producono la
vertigine del cinema preso in flagranza di realtà.
La
regista, che viene dal corto e dal documentario, maneggia bene i
fuori-formato e fa entrare in collisione materiali eterogenei,
schegge di concerti, flash di esterni vuoti e malinconici, vere
fotografie di Emanuele in ospedale, intubato, ripreso dal padre che
non può credere alla fine.
Rohrwacher
nella parte di Stella, studentessa aspirante farmacista, è
stupefacente nel racconto spezzato di una living
dead, sopravvissuta
alle esalazioni venefiche del laboratorio di chimica, testimone e
interprete delle memorie di Emanuele che scrisse un diario sulla sua
malattia.
Incursioni
di qua e di là del confine tra documentario e narrazione, Con
il fiato sospeso è
un poemetto accompagnato dalle note punk-romantic-blues dei Black eye
dog suonate e cantate da Anna
(Balestrieri), amica
di Stella (abitano insieme), esponente del Mundo
Civilizado di Luca
Guadagnino, docu-film sulla scena musicale di Catania. La musica
piena di suspense di Paolo Buonvino fa da doppia pista sonora.
Costanza Quatriglio e Alba Rohrwacher |
Stella
si addormenta con la faccia e la gola in fiamme dopo una giornata in
laboratorio e ascolta Stella dal ciuffo color granoturco esercitarsi
con la sua band. Due strade divergenti, lei crede nell'università,
nei professori che garantiscono la non nocività dei fumi alchemici,
l'altra invece è fuggita dalle istituzioni e ha scelto i suoni
indie.
La
voce off di Michele Riondino corre parallela alla
“confessione” di Stella, ai suoi flash visivi di gorghi liquidi
versati nel lavandino senza precauzione, e che arriveranno ad
avvelenare le falde acquifere.
Anna Balestrieri |
Nel
2008 sono stati posti i sigilli al laboratorio di Catania e i vertici
della facoltà messi sotto processo (ancora in corso) per discarica
abusiva e inquinamento ambientale. Il memoriale di Emanuele ha fatto
da detonatore, e a lui il film è dedicato, ma non solo, altri
studenti sono morti, contagiati da amianto, mercurio, zinco mentre
sognavano di contribuire alla ricerca medica.
Tutto
scritto nei lineamenti di Alba Rohrwacher, Con
il fiato sospeso,
applaudito alla Mostra di Venezia, si espande in un mondo onirico,
trasparenze ultraterrene, dove lo spettro di Dickens indica i
colpevoli, e le vie di fuga.
Il
film è stato proiettato al cinema Ambra della Garbatella di Roma il
4 dicembre nel corso di Arcipelago del cinema italiano, fuori
concorso, alla presenza della regista.
"Con il fiato sospeso" alla Mostra del cinema di Venezia 2013 |
Nessun commento:
Posta un commento